Il mondo FQ

‘Il racconto dei racconti’: l’americanata di Garrone

Commenti

Incoraggiata da un’amica sono andata a vedere l’ultimo film di Matteo Garrone. “E’ stupendo” – mi ha detto – “pieno di simboli e di metafore filosofiche”.

Garrone è un regista straordinario, è diventato insieme a Sorrentino il simbolo della rinascita del cinema italiano nel mondo, quindi sono andata a vederlo con molto entusiasmo. Il film è tratto dalle favole di Giambattista Basile, letterato e scrittore barocco del 1600, primo ad usare le fiabe come forma di espressione popolare. Opere a mio avviso meravigliose. Il film ha delle location bellissime, costumi strepitosi, effetti speciali ed un cast internazionale. Nonostante ciò non mi è piaciuto, ha trattato la nostra tradizione popolare come un film fantasy con l’obbiettivo di raggiungere un pubblico più vasto.

Un’americanata fastidiosa.

Ci sono in Italia, delle tradizioni orali, musicali e di immagini che lui ha ingannato. Abbiamo repertori antichi bellissimi, una letteratura che si muove tra le regole della commedia dell’arte, e lui, come una puttana, li dà in pasto ad un gusto da centro commerciale. Se metti Pulcinella in un fantasy diventa ridicolo, stonato, “nun ce trase proprio niente”. Io gli spaghetti al pomodoro li voglio mangiare al dente, non scotti come piacciono agli americani.

Roberto De Simone ha rappresentato con La Nuova Compagnia di Canto Popolare “La gatta Cenerentola” un’opera teatrale ispirata alla fiaba “Lo cunto de li cunti” di Basile. Un lavoro di ricerca straordinario, con un dialetto napoletano senza tempo, incomprensibile, ma che tutti capivano, anche ciò che non si capiva a parole. La dichiarazione di De Simone fu “E’ un melodramma nuovo e antico, un modo diverso da quello usato per vendere carne in scatola, perciò quello di un mondo diverso dove tutte le lingue sono una, le parole e le frasi sono esperienze di una storia di paure, di amore e di odio, fatte e subite allo stesso modo da tutti”.

Uscita dal cinema, ho capito quanto i contenitori condizionino i contenuti. La ricchezza è diventata un valore, un valore che influenza le scelte artistiche. Roberto De Simone con la sua” Gatta Cenerentola” è riuscito a parlare una lingua universale. Matteo Garrone questa volta parla il linguaggio del botteghino, almeno ci prova.

[youtuber youtube=’




Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti

Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione