Il titolo di questo articolo sarebbe potuto essere Così fan tutti, non fosse che tirare in ballo Mozart per lanciare il nuovo album di Fabri Fibra, per di più intitolato Squallor, suonava un po’ irriverente. Però, a ben vedere, ormai davvero fan tutti così. Invece che usare la solita metodologia comunicativa, annuncio di imminente uscita, prime news disseminate in giro come le molliche di Pollicino nel bosco, primo singolo, foto e tracklist dell’album, video primo singolo, altre news, secondo singolo e uscita album, ecco, invece di passare per tutti questi step qui, ora usa diversamente. Si preannuncia sui canali social l’imminente uscita discografica, magari pubblicando la copertina o la tracklist, e, dopo poche ore, quando ancora non sono finiti i commenti e i Mi Piace ecco che l’album è fuori su iTunes, anche questo annunciato sui social. E buona notte ai suonatori.

Squallor. Fuori ora su iTunes. https://itunes.apple.com/it/album/squallor/id978791393

Posted by Fabri Fibra on Lunedì 6 aprile 2015

Gli esempi da fare, qui tutti di mozartiana memoria, è lunga. Si può partire dai My Bloody Valentine, che sono usciti col seguito di Loveless dopo un’attesa decennale, arrivando a Drake o Kendrick Lamar, per rimanere a un genere più consono a Fabri Fibra. Del resto ha senso oggi pensare a una trafila così lunga? Ha senso creare aspettative in un mondo usa e getta? Ha senso che uno aspetti settimane, se non mesi, col rischio poi che succeda come per Bjork o Madonna, coi leaks a bruciare le uscite e a dettare nuove rischedulazioni?

No. O almeno no deve essere quello che ha pensato Fabri Fibra, che nel giorno di Pasquetta ha pubblicato online la copertina di Squallor, sua attesissima prova discografica, essendo passati un paio di anni, un’eternità in questa epoca, dal precedente Guerra e pace, e poi, superata da pochi secondi l’una di notte del 7 aprile, ecco il tweet che annuncia l’uscita, a sorpresa, dell’album. Tanti saluti agli uffici stampa. Tanti saluti ai preorder. Tanti saluti a tutti.

Del resto oggi, grazie alla rete, non solo è possibile far circolare le notizie alla velocità della fibra ottica, ma è anche possibile far circolare la musica alla medesima velocità. Non è che per ascoltare un nuovo lavoro tocchi aspettare l’apertura dei negozi di dischi, per altro ormai più rari degli unicorni, basta andare su iTunes o un altro canale di vendite online, e ecco che l’album si materializza negli appositi lettori (in alcuni casi, U2 insegnano, non è neanche necessario richiederli, si materializzano da soli). Così ecco che Squallor è uscito, bruciando un po’ tutti. Ventuno canzoni, non esattamente bruscolini, tanto per superare di una traccia Il bello di essere brutti di J-Ax, altro monstre uscito recentemente.

Come è consueto nei lavori di ambito hip-hop Fibra, il rapper di Senigallia, è affiancato ai microfoni da amici e colleghi, da Guè Pequeno (che coi suoi Club Dogo aveva visto solo pochi giorni fa Fibra ospite nel brano Dieci anni fa, inserito nell’edizione Deluxe di Non siamo più quelli di Mi Fist), a Clementino, suo sodale, passando per Marracash, compagno di scuderia, Salmo e Nitro, Gemitaiz e Madman, Lucariello e Gel. Il lavoro, prodotto da tre producers americani, Hit-Boy, Rey Reel e Haze Banga, è stato registrato a Los Angeles e Milano. Sempre oggi verrà messo online, attraverso i canali ufficiali del rapper, il video del primo singolo, Il rap nel mio paese, e i biglietti in prevendita di due live che si terranno in ottobre, rispettivamente al Fabrique di Milano il 17 e all’Atlantico di Roma il 24.

Da oggi, quindi, Fabri Fibra si riposiziona al centro della scena rap, che nel mentre è esplosa ulteriormente, seppur spostando il suo baricentro verso un pop adolescenziale, coi vari Emis Killa e Fedez.
Peraltro il rapper di Pop-hoolista è oggetto di un dissing, risposta a Veleno per Topic e alla battuta fatta su Fibra a X-Factor, in risposta a Mika che diceva di apprezzare l’artista marchigiano (“ascolti rap un po’ di merda”). La stoccata a Fedez è secca e incisiva: “Non ci si crede, chi mi ascolta si rivede, odia i rapper banali, chi li produce e chi li segue, dieci in comunicazione, on uso mai l’inglese, ora faccio un’eccezione: Fuck Fedez”.

Per chi, come chi scrive, il rap è qualcosa di più di un semplice genere musicale, la notizia non può che essere vista come una boccata di ossigeno, perché Fibra è sempre stato personaggio lontano dalle logiche di mercato, poco incline per natura a assoggettarsi a quel che gli altri si aspettano da lui. Il fatto che il rap, oggi come oggi, sia a una svolta, almeno in Italia, con buona parte del pubblico mainstream ormai abituato a questo genere decisamente lontano dalla nostra tradizione, da una parte, e chi a quella tradizione, americana e caraibica, ha sempre guardato con attenzione ormai disincantato, tradito o semplicemente ignorato, dall’altra, non fa che caricare questa uscita di tutta una serie di aspettative, perché il rischio è grosso, quello che il rap si scolli per sempre dalla cultura che l’ha generato, e amen.

Fabri Fibra è tornato. Fabri Fibra è qui, questo è un fatto. Squallor pure. Non rimane altro da fare che ascoltare le canzoni nuove, di cui presto torneremo a parlare.

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