Un iscritto al Partito democratico di Roma su cinque è un “fantasma”. Dopo la relazione di Fabrizio Barca sulla situazione del partito nella Capitale, è il commissario e presidente del Pd Matteo Orfini a intervenire sulla questione. “Lo screening”, ha detto a Radio Città Futura, “sta dimostrando purtroppo una realtà drammatica in cui una parte non piccola degli iscritti non sono iscritti veri, uno su 5 ha dei problemi. C’è chi proprio non sa di essere iscritto al Pd, chi risulta irrintracciabile anche se abbiamo nome e cognome e ci sono persone che rientrano in una ‘filiera’ e che ti rispondono ‘mi ha iscritto quel parlamentare, quel consigliere regionale ma io in realtà non ho pagato nulla, ha fatto tutto lui, non partecipò”.
Il rapporto è stato commissionato dal Partito democratico dopo le irregolarità scoperte nell’ambito dell’inchiesta Mafia Capitale. “Stiamo per riaprire il tesseramento”, ha continuato Orfini. “il tesseramento nazionale del Pd dovrebbe cominciare i primi di aprile e Roma sarà pronta con regole completamente nuove, meccanismi di trasparenza, con una ridefinizione anche della struttura organizzativa dei circoli che aiuti a smontare questi meccanismi anche del costo delle tessere. L’adesione ad un partito è una cosa seria e deve tornare ad esserlo. Ovviamente non chiederemo il 730 ma daremo un’indicazione di massima: che l’iscrizione al Pd debba costare quanto un giorno di lavoro, il proprio salario diviso trenta. Perché così chi ha di più deve dare di più e chi ha di meno deve dare di meno. Questo è anche un meccanismo che disincentiva i pacchetti di tessere”.
La relazione intermedia di Fabrizio Barca sul Pd Roma “racconta la verità, di un partito in larga parte infeudato, non al servizio di cittadini e iscritti ma di signori delle tessere o delle preferenze e che per questo rischia di essere pericoloso per la città. Anche prima dell’arrivo del rapporto finale interverremo”.