Il ministro della Giustizia ha deciso l’applicazione del 41 bis, il cosiddetto ‘carcere duro’ per cinque arrestati il 28 gennaio nell’operazione Aemilia della Dda di Bologna contro la ‘Ndrangheta. Si tratta di cinque indagati, individuati nell’ordinanza del Gip come promotori dell’associazione a delinquere di tipo mafioso: Nicolino Sarcone, Antonio Gualtieri, Alfonso Diletto, Francesco Lamanna e Michele Bolognino. L’esigenza di cautela particolare era stata rappresentata dalla Dda.

Secondo il provvedimento firmato dal ministro della Giustizia, quando il crimine origina non dalla volontà del singolo ma dalla pianificazione che del crimine effettua un soggetto organizzato, la sicurezza può essere raggiunta solamente attraverso la disarticolazione dell’apparato organizzato e l’interdizione della trasmissione degli ordini da uno all’altro dei suoi organismi. A tale scopo, prosegue il provvedimento di applicazione, è indispensabile differenziare il trattamento penitenziario di taluni soggetti, al fine di escludere o limitare grandemente la possibilità di contatti tra loro, sospendendo l’applicazione di alcune ordinarie regole previste dall’ordinamento penitenziario.
Intanto proseguono le decisioni del tribunale del Riesame sui ricorsi dopo le misure di custodia. L’ordinanza per associazione di tipo mafioso è stata confermata per Pasquale Brescia, Alfonso Martino, Sergio Bolognino e Pasquale Battaglia.

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