Il ballo della sedia, con il Parma Calcio che nel giro di sei mesi passa dalle mani di Tommaso Ghirardi, a quelle della misteriosa società cipriota Dastraso Holdings Ltd, fino all’imprenditore Giampietro Manenti, lascia la società in mutande. Questa mattina alle dieci un ufficiale giudiziario si è presentato a Collecchio e ha sequestrato due furgoni e una macchina appartenenti al club. La società, per bocca del presidente Manenti e del ds Leonardi, ostenta ottimismo, ma la situazione è tragica. Il limite della mezzanotte di lunedì per il pagamento degli stipendi è stato sforato, e ora arriveranno 5 punti di penalizzazione in classifica: -2 per l’insolvenza di novembre, -3 per la recidiva di ieri. Con il Parma Calcio che già buon ultimo in classifica si ritroverebbe a soli 5 punti, con entrambi i piedi in Serie B. E nonostante la buona volontà dei giocatori, che domenica hanno venduto cara la pelle e strappato un punto all’Olimpico contro la Roma, il campionato rischia di essere falsato.


Video da Youtube canale ParmaFanzine

La situazione è grottesca. Lunedì Manenti e Leonardi avevano detto che i bonifici ai giocatori erano stati fatti, ma non sono arrivati entro il termine ultimo della mezzanotte. Oggi dicono che l’ufficiale giudiziario ha sequestrato le auto in esecuzione di una procedura avviata tempo fa da Equitalia, per un debito di circa 100mila euro. E annunciano raggianti: “Li compreremo nuovi venerdì”. Ma intanto i soldi non si sono visti, e ancora non si vedono. E se anche i calciatori, che più tardi s’incontreranno con il presidente dell’Aic Damiano Tommasi, decidessero di non chiedere la messa in mora della società, la penalizzazione arriverà lo stesso. E probabilmente anche la messa in mora, preludio al fallimento. I creditori non sono solo i giocatori, ci sono i dipendenti del club, i fornitori, gli azionisti (la Energy T.I. Group, società che detiene il 10% delle azioni del Parma, secondo TeleDucato ha presentato istanza al Tribunale di Bologna). E anche lo Stato che reclama Iva e Irpef.


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A rendere ancor più grottesca la situazione, da Collecchio arriva la notizia che il nuovo proprietario Manenti oggi non si farà vedere nei dintorni di Parma, perché in questo momento sta raggiungendo la Slovenia per verificare che non vi siano problemi con i bonifici, che sarebbero stati rallentati per i tempi di burocrazia tra istituti di credito stranieri e italiani. Eppure, mentre il Titanic affonda, tutti si preoccupano di rassicurare tutti. “Noi siamo fiduciosi, ieri sera abbiamo visto i numeri del bonifico e contiamo che la situazione si risolva”, dice il dg Leonardi. “Sono fiducioso, aspettiamo. Spero che la società ci dica qualcosa di chiaro”, dice il difensore Santacroce. E anche il sindaco Pizzarotti ha fatto sapere di avere ricevuto rassicurazioni in merito. Ma i pagherò non bastano. Il club, in un bilancio 2014 che i revisori dei conti si sono rifiutati di certificare, presenta un passivo oltre i 10 milioni, e debiti per 200. Difficile che chiunque se li voglia accollare davvero.

Del mirabolanti avventure del Parma Calcio è stato scritto. Della irresistibile ascesa finanziata dal crack Parmalat di Callisto Tanzi, del commissariamento, dell’arrivo di Ghirardi e dei suoi strani movimenti di calciomercato, con centinaia di giocatori che entravano e uscivano in una sola sessione e rose che arrivavano a oltre 200 giocatori. Della misteriosa società cipriota Dastraso Holdings Ltd, creata giusto un mese prima dell’acquisto del Parma, con un capitale sociale di soli mille euro. Della nuova proprietà di Manenti. Ma ora che l’avventura sembra finita, il problema investe tutta la Serie A. Alla meglio nel girone di ritorno ci sarà una squadra retrocessa e demotivata, alla peggio salta tutto. Secondo l’art.53 comma 4 del Noif: “Qualora una società si ritiri (…) o sia esclusa durante il girone di ritorno, tutte le gare ancora da disputare saranno considerate perdute con il punteggio di 0-3 (…) in favore dell’altra società”. Spiegatelo a chi ha già giocato (e non vinto) col Parma.

Twitter: @ellepuntopi e @Silvia_bia

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