Il gup di Milano Alessandra Simion ha rinviato a giudizio l’ex presidente della Banca Popolare di Milano Massimo Ponzellini e altre 13 persone per la vicenda dei presunti finanziamenti illeciti concessi quando il manager guidava l’istituto di credito. Il processo si aprirà il prossimo 16 giugno davanti alla seconda sezione penale del Tribunale di Milano. Tra le persone rinviate a giudizio ci sono anche l’allora braccio destro di Ponzellini, Antonio Cannalire, e il patron di Atlantis/B-Plus, Francesco Corallo. Il gup ha mandato a processo anche Onofrio Amoruso Battista, avvocato ed ex consigliere regionale della Lombardia, l’ex consigliere comunale milanese Emilio Santomauro e Giorgio Bianchini Scudellari, che faceva parte del cda di Bpm.
Gli imputati sono accusati a vario titolo di associazione per delinquere, appropriazione indebita, riciclaggio e corruzione privata. Ponzellini, secondo quanto è emerso dalle indagini coordinate dai pm milanesi Roberto Pellicano e Mauro Clerici, avrebbe creato “una struttura parallela e deviata” all’interno dell’istituto per distribuire oltre 233 milioni di euro di presunti finanziamenti illeciti anche “a soggetti segnalati da ambienti politici o imprenditoriali”. In cambio dei prestiti Ponzellini – finito agli arresti domiciliari il 29 maggio 2012 – e altri imputati avrebbero ottenuto compensi sotto forma di presunte mazzette per circa 2,4 milioni di euro.
Nella lunga lista di quei clienti che avrebbero ricevuto presunti finanziamenti illeciti dalla banca figura anche la parlamentare di Forza Italia Daniela Santanchè, che non è indagata. Secondo i pm, infatti, Ponzellini e Cannaliere, “in conflitto di interessi” per la loro posizione di dirigenti di Bpm, avrebbero finanziato “nell’interesse esclusivo di Daniela Santanchè” due società amministrate da lei, Visibilia2 e Visibilia srl, con “circa 2,8 milioni di euro”. Secondo quanto emerge da una delle intercettazioni depositate tra gli atti della Procura di Milano, poi, la nomina alla guida di Bpm di Massimo Ponzellini sarebbe stata “sponsorizzata” dall’ex ministro dell’Economia Giulio Tremonti di cui l’ex banchiere sarebbe stato “amico intimo”. Nelle scorse udienze il pm Pellicano aveva ribadito la richiesta di rinvio a giudizio degli imputati, mentre le difese avevano proposto il proscioglimento.
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