“Nella Chiesa la necessità dei beni economici non deve eccedere mai il concetto dei ‘fini’ a cui essi devono servire e di cui deve sentire il freno del limite, la generosità dell’impiego, la spiritualità del significato”. È quanto si legge nelle “Linee operative per la gestione dei beni negli Istituti di vita consacrata e nelle Società di vita apostolica“, emanate il 2 agosto 2014, riprendendo quanto aveva insegnato già il beato Paolo VI. Un documento che porta le firme del prefetto e del segretario della Congregazione per i religiosi, il cardinale brasiliano João Braz de Aviz e l’arcivescovo spagnolo José Rodriguez Carballo. Quest’ultimo è stato per 10 anni, dal 2003 al 2013, ministro generale dei frati minori che ora hanno dichiarato bancarotta. Ed è stato proprio il successore di monsignor Carballo, padre Michael Perry, sul sito ufficiale dell’ordine, ad ammettere il crac.

Emblematica la frase del vangelo di Luca che apre il documento vaticano: “A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più”. Ma evidentemente il dettato di Gesù agli amministratori è stato disatteso dai frati minori che hanno gestito e ristrutturato in questi anni il lussuosissimo albergo e ristorante romano “Il Cantico“, a iniziare dall’ex economo generale, padre Giancarlo Lati, dimessosi in seguito alla bancarotta dei francescani. Nel documento vaticano si legge che “il campo dell’economia è strumento dell’azione missionaria della Chiesa“. E si ribadisce che “i beni degli Istituti di vita consacrata e delle Società di vita apostolica sono ecclesiastici” in quando appartenenti a enti che hanno lo status di “persone giuridiche pubbliche, costituite dalla competente autorità perché entro i fini a esse prestabiliti, a nome della Chiesa compiano, a norma delle disposizioni del diritto, il proprio compito, loro affidato in vista del bene pubblico“.

Il testo sottolinea, inoltre, che la gestione e amministrazione dei beni ecclesiastici deve essere “trasparente e professionale”, alla luce dei valori del vangelo, sottolineando più volte il “principio di gratuità”, indicato da Benedetto XVI nella sua enciclica sociale, Caritas in veritate, come “espressione di fraternità”. Nella gestione dei beni si sottolinea che la fedeltà al carisma fondativo del proprio ordine religioso è, insieme alle esigenze evangeliche, il “primo criterio di valutazione delle decisioni e degli interventi che si compiono”. Sono necessarie “procedure che permettano una buona pianificazione delle risorse, prevedendo l’utilizzo di budget e di bilanci preventivi, la realizzazione e la verifica degli scostamenti, il controllo di gestione, la lettura oculata dei bilanci, le verifiche e la rimodulazione dei passi da fare; tali procedure sono indispensabili sia per l’apertura di nuove opere sia per compiere scelte oculate anche in fase di dismissione o alienazione di immobili”.

Sempre nel documento emanato dalla Congregazione per i religiosi si sottolinea che “la testimonianza evangelica esige che le opere siano gestite in piena trasparenza, nel rispetto delle leggi canoniche e civili, e poste a servizio delle tante forme di povertà. La trasparenza è fondamentale per l’efficienza e l’efficacia della missione. La vigilanza e i controlli non vanno intesi come limitazione dell’autonomia degli enti o segno di mancanza di fiducia, ma come espressione di un servizio alla comunione e alla trasparenza, anche a tutela di chi svolge compiti delicati di amministrazione”.

E vengono persino date delle indicazioni concrete agli economi generali degli ordini religiosi. Essi “documentino le transazioni e i contratti in maniera conforme ai requisiti legali della legislazione civile dei rispettivi luoghi; utilizzino moderni sistemi di archiviazione e conservazione informatica dei dati; redigano bilanci secondo schemi internazionali uniformi, introducendo regole contabili, modelli di rendicontazione e criteri di valutazione delle poste di bilancio comuni a livello nazionale e internazionale; introducano per le opere la certificazione dei bilanci e i cosiddetti audit, garanzia di correttezza economico amministrativa da parte degli Istituti”. E i frati minori? Alle autorità civili chiamate da padre Perry toccherà ora “far luce in questa faccenda”.

Twitter @FrancescoGrana

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