“Dopo Tangentopoli non si sono messi in campo meccanismi per arginare il fenomeno, anzi”. A dirlo il presidente dell’Autorità per l’anticorruzione Raffaele Cantone. Secondo il magistrato “si è provato a spostare il problema, a impedire il controllo giudiziario senza introdurre nel sistema alcuna ipotesi di controllo preventivo – lamenta Cantone da un convegno organizzato dalla Guardia di Finanza – Abbiamo dovuto attendere la legge Severino del 2012 per introdurre, per la prima volta, uno strumento di prevenzione alla corruzione, molto poco perfetto, che l’italia avrebbe dovuto fare fin dal 1999”. “La legge Severino non nasce con l’obiettivo di moralizzare il paese – aggiunge Cantone – Il ministro dell’epoca, a cui va dato il merito di avere creduto in questa norma, disse che avrebbe rappresentato un meccanismo di incentivazione del Pil. Non è un caso che la legge anticorruzione è stata approvata nel momento di crisi economica più devastante, perché ci si è resi conto dei disastri della corruzione“. E ribadisce che “la corruzione è un danno sociale che non fa danni solo all’imprenditore che non vince l’appalto. Ha un effetto immediato sul meccanismo concorrenza“.

Cantone si sofferma anche sul pacchetto di norme presentate dal governo. Per quanto riguarda lo strumento del disegno di legge secondo l’ex pm anticamorra “la soluzione migliore è un disegno di legge con una corsia preferenziale perché le materie penali sono sempre molto delicate – spiega Cantone – poiché poi gli interventi in Parlamento creano un diritto intertemporale molto complicato. C’è bisogno di una corsia preferenziale”. Così com’è stato varato il pacchetto anticorruzione “non basta, credo che bisognerà provare a rafforzare il decreto con ulteriori interventi”. “Prima di dare una valutazione complessiva del pacchetto anticorruzione, vorrei leggere il ddl – precisa – Ci sono sicuramente degli aspetti positivi, specialmente se si dovesse intervenire in maniera significativa sulla prescrizione, che è uno dei temi rilevanti nel contrasto alla corruzione. Io credo che il fatto che si tratti di un ddl consenta poi al Parlamento di fare delle integrazioni, perché ci sono altri aspetti che devono essere ancora trattati se si vuole un intervento significativo sul piano della corruzione”. “Aspetti che – secondo Cantone – riguardano momenti processuali, come una premialità collegata a meccanismi della collaborazione o aspetti che riguardano una maggiore possibilità di usare lo strumento della intercettazione. Però un giudizio complessivo si può dare leggendolo solo il testo, cosa che oggi non ha ancora fatto nessuno”.

Quanto agli sconti a chi collabora per Cantone possono essere “utili”. “La corruzione è un sistema in cui c’è un meccanismo di omertà analogo a quello della mafia – spiega Cantone – ci sono due soggetti che hanno un interesse congiunto, e non hanno alcuni interesse a fare emergere il rapporto corruttivo. Bisogna creare quei conflitti di interesse che consentano che questi fatti emergano e la strada migliore è creare meccanismi di incentivazione. Nella mafia hanno funzionato. Credo che sia utile con paletti molto precisi inserirli anche nel pacchetto anticorruzione”.

Anzi “per prevenire la corruzione bisogna attuare le norme per il wistleblower previsto dal testo unico dei dipendenti pubblici per consentire a chi vuole denunciare illeciti di farlo in modo tutelato. Non è delazione ma assunzione di responsabilità”. Un tema che Cantone ha ripreso in un video inviato a un altro convegno, a L’Aquila, nel corso del quale l’Agenzia delle Entrate ha annunciato l’avvio di un piano anti-corruzione con la realizzazione di una e-mail criptata con la quale i dipendenti possono denunciare casi di illecito.

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