Massimo Carminati e Salvatore Buzzi avevano messo in piedi un sistema ben rodato per riciclare e far sparire all’estero i soldi destinati alle mazzette per politici e imprenditori. Per farlo, avevano creato una rete di commercialisti, al centro della quale – secondo i magistrati di Roma – c’era Stefano Bravo, che aveva l’incarico di trasferire i capitali fuori dall’Italia, in Svizzera, ma è anche uno dei soci fondatori di “Human Foundation”, l’organizzazione di Giovanna Melandri, ex ministro dei Beni culturali e dello Sport del Pd, e attuale presidente del Museo Maxxi di Roma.

I magistrati della Procura di Roma che hanno smantellato Mafia Capitale contestano a Bravo l’accusa di riciclaggio. Secondo gli investigatori, il commercialista rivestiva un ruolo chiave all’interno dell’organizzazione. Il Ros dei carabinieri fotografa i suoi costanti rapporti con Luca Odevaine, ex vice capo di gabinetto del sindaco Walter Veltroni e capo della polizia provinciale di Roma, membro della commissione del Viminale che si occupa di immigrazione, finito in carcere. Bravo avrebbe gestito i suoi conti e compiuto viaggi in Svizzera per conto dell’organizzazione di del “cecato” Carminati.

Ma oltre ai rapporti con la banda fascio-mafiosa, il commercialista riveste un incarico importante nella fondazione “Human” della Melandri, di cui è stato uno dei fondatori. L’ex ministro democratico dalle colonne del Corriere della Sera dichiara: “E’ il mio commercialista da 15 anni. Sono addolorata ma anche furiosa per quanto sta accadendo. L’8 dicembre gli abbiamo inviato una lettera per chiedergli di lasciare ogni incarico, sia pur nella speranza che possa chiarire la propria posizione”. La Melandri nega invece che Bravo abbia avuto un ruolo all’interno del Muse Maxxi.

Articolo Precedente

Mafia Capitale, M5s: “Renzi si sveglia ora, ma ha affossato le leggi anticorruzione”

next
Articolo Successivo

Corruzione, Anm a Renzi: “Basta retorica, adesso i fatti. Servono interventi forti”

next