“Ora dobbiamo mandare un chiaro messaggio al Paese: se sei un troll violento, rischi fino a due anni di carcere”. Il governo conservatore e liberaldemocratico del Regno Unito guidato da David Cameron vara la linea dura contro l’abuso su Internet da parte dei cosiddetti “troll”, persone che, sotto falsa identità, “minacciano di morte o violenza sessuale, discriminano e diffamano”, così come ha ricordato il ministro della Giustizia britannico, Chris Grayling, con un’intervista alla versione domenicale del Daily Mail oggi in edicola. Nel progetto di legge di riforma della giustizia in questi giorni in discussione alla Camera dei Comuni, l’esecutivo ha voluto quindi introdurre anche un emendamento che potrebbe essere messo ai voti anche domani, contro il fenomeno dei “troll violenti”. Le attuali norme prevedono fino a un massimo di sei mesi di carcere e risalgono a dieci anni fa. “Vogliamo quadruplicare la pena – ha detto il ministro Grayling – e 24 mesi di carcere è quello che ci vuole”. 

Del resto, ha sottolineato il titolare della Giustizia, “nessuno accetterebbe un tale veleno in un faccia a faccia, quindi non vedo il perché ci debba essere su Internet e sui social media”. Nel Regno Unito, anche nelle scorse settimane, diversi casi di cronaca hanno portato alla ribalta casi nei confronti di star della televisione e del calcio, di vittime di crimini finite sui giornali e di gente comune. “Sono dei codardi”, ha detto il ministro, che tuttavia ora deve anche rispondere alle accuse provenienti dalle associazioni di tutela dei diritti dei cittadini e relative a provvedimenti giudicati “liberticidi”. Proprio in questi giorni, infatti, è in discussione un’altra legge (blindatissima e che dovrebbe passare quasi sicuramente) che renderà reato il cosiddetto “porno da vendetta”, il fenomeno sempre più diffuso di uomini (nel 90% dei casi) che postano su Internet video compromettenti e in atteggiamenti intimi delle ex partner. Nel caso in questione, tuttavia, il governo ha una sua idea ben precisa di che cosa sia un troll e di certo non verranno sanzionati quei comportamenti di chi posta, spesso in maniera compulsiva, gli stessi commenti, altra pratica molto diffusa. A essere perseguiti saranno soltanto quei troll considerati “violenti”, che diffamano e minacciano, esattamente come lo stesso reato è previsto per le relazioni fra persone non virtuali, faccia a faccia appunto.

Considerando però che nel Regno Unito anche molti dei commenti razzisti e omofobi vengono considerati reato, si prevede che la legge, nel caso dovesse passare, sarà assai pesante con chiunque perda ogni freno inibitore. Nei mesi scorsi, nel Paese ha fatto molto notizia la sequela di insulti ricevuti dalla famiglia di Madeleine McCann, la bimba nata nel 2003 e scomparsa misteriosamente il 3 maggio 2007 mentre si trovava in un resort turistico portoghese di Praia da Luz, in Algarve. La vicenda, che fu il caso di scomparsa più dibattuto di sempre sui giornali e in televisione, non è ancora stata chiarita e negli ultimi tempi, appunto, la famiglia della bimba è stata sommersa da improperi, minacce di morte e abusi di ogni tipo. Con la nuova legge in discussione, la polizia avrà anche molti più poteri per raccogliere le prove. “Questi codardi del resto stanno avvelenando la nostra nazione”, ha detto senza mezzi termini Grayling, presentando la legge alla Camera dei Comuni.

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