Ieri è stata la giornata mondiale dell’alimentazione. Una giornata per non dimenticare che ancora oggi ci sono 842 milioni di persone che soffrono la fame, di cui 200 milioni sono bambini. Alzi la mano chi di voi lo sapeva o ne ha sentito parlare. Una giornata che ha avuto una eco mediatica praticamente nulla. Eppure l’Italia, tra meno di un anno, aprirà le porte a tutto il mondo per ospitare Expo 2015, importantissimo appuntamento connesso ai temi di alimentazione, salute ed economia.

Ad oggi il dibattito su questo grande evento è più concentrato sulle tangenti che girerebbero intorno agli appalti, sui ritardi nella realizzazione delle infrastrutture e sul rischio di fuga dei Paesi partecipanti. La solita “vetrina all’italiana”, verrebbe da pensare.

Sulla giornata mondiale dell’alimentazione e su Expo 2015 si potrebbero dire tante altre cose, invece.

Una giornata per non dimenticare che ancora oggi ci sono 200 milioni di bambini malnutriti. E non perché non ci siano abbastanza risorse alimentari, ma perché queste risorse sono mal distribuite. Secondo il World Food Programme produciamo cibo a sufficienza per nutrire i 7 miliardi di persone che abitano il nostro pianeta, con una crescita della produzione alimentare più veloce – negli ultimi 20 anni – rispetto all’aumento demografico.

I conti quindi non tornano. Di cibo ce ne sarebbe in abbondanza, e per tutti. Al punto che, rivela una ricerca dell’Università Sapienza di Roma, oggi nel mondo ci sono più bambini sovrappeso che bambini denutriti. Secondo la stessa ricerca, ogni anno muoiono sì 36 milioni di persone per fame, ma ben 29 milioni a causa dell’eccesso di cibo.

Cosa possiamo fare, nel nostro piccolo? Informarci di più, innanzi tutto. E poi sprecare di meno. Coldiretti ha fatto i conti: un terzo del cibo prodotto nel mondo viene sprecato per un totale di 1,3 miliardi di tonnellate, ampiamente sufficienti a sfamare la popolazione che soffre di fame cronica. Solo in Italia ogni anno buttiamo più di 5 milioni di tonnellate di cibo. Quasi 30 euro al mese per famiglia!

Nel 2050 ci saranno 9 miliardi di persone da sfamare e perché “Nutrire il Pianeta” non sia solo uno slogan di Expo 2015, giornate come quella di ieri devono dettare l’agenda politica ed economica.

Dalla famiglia, ai banchi di scuola, mangiare in maniera più etica aiuterebbe anche a fare economia.

Articolo Precedente

Vicenza, esposto M5s: “Discarica abusiva con rifiuti tossici sulle rive del Brenta”

next
Articolo Successivo

Cancro, rifiuti e politica industriale: può andare peggio?

next