È stata arrestata l’infermiera al centro di un’inchiesta per undici morti sospette avvenute nel piccolo ospedale Umberto I di Lugo di Romagna, in provincia di Ravenna. L’ordinanza di custodia cautelare in carcere, con l’accusa di omicidio volontario aggravato, è stata eseguita dai carabinieri di Ravenna dopo quasi sei mesi di indagini coordinate dal pm Angela Scorza. L’infermiera, 42 anni, è finita sotto inchiesta l’8 aprile dopo la morte di Rosa Calderoni, una 78enne diabetica entrata in ospedale per un banale malore e deceduta inspiegabilmente alcuni giorni dopo, l’8 aprile 2014. Durante i primi accertamenti, infatti, i medici trovarono nel sangue dell’anziana una dose anomala di una sostanza (il cui composto cloruro è usato anche nelle esecuzioni capitali negli Stati Uniti) e qualcuno all’Ausl iniziò a insospettirsi.
Qualche giorno dopo fu la stessa Ausl a mandare la segnalazione della morte anomala alla procura della Repubblica. Anche perché dall’inizio dell’anno 38 persone (l’80% in più rispetto alla media) erano morte in circostanze poco chiare in quello stesso reparto dell’Umberto I. Episodi che hanno portato i carabinieri a decidere di controllare quasi 40 cartelle cliniche dell’ospedale, delle quali si è deciso di approfondire le circostanze legate alla morte di dieci pazienti. Ma questo non è l’unico episodio che aveva coinvolto l’operatrice sanitaria indagata per omicidio volontario aggravato. L’infermiera si era fatta scattare un “selfie” con il cadavere di un paziente appena deceduti. A raccontare la vicenda ai magistrati, che poi hanno trovato prova del fatto nelle immagini salvate nel cellulare della donna, era stata un’altra lavoratrice dell’ospedale. È stata lei, infatti, che su richiesta della collega aveva scattato la foto.