L’insegnante parmigiana Maria Cristina Quintavalla è la candidata alla presidenza della regione Emilia Romagna per la Lista Tsipras. La decisione arriva dopo due mesi di discussioni all’interno de L’Altra Emilia-Romagna, l’unione dei comitati provinciali emiliano-romagnoli nati sull’onda del risultato della Lista Tsipras alle europee (dove hanno ottenuto il 4,1 per cento). Quintavalla, che a maggio scorso è risultata nella circoscrizione Nord-Est l’undicesima più votata (3368 preferenze), è docente di filosofia e storia presso il liceo classico Romagnosi di Parma e fin dagli anni settanta ha dato vita a comitati e movimenti politici riguardanti temi sociali, come il diritto alla casa e all’ambiente. Già consigliera comunale a Parma nel 1980 per una lista di sinistra alternativa, ha poi partecipato nel 2011 alle lotte ‘di piazza’ che hanno portato alle dimissioni del sindaco Vignali, costituendo infine nel 2012 la Commissione Audit sul debito pubblico, allo scopo di individuare le responsabilità nella formazione del debito di 800 milioni di euro del Comune di Parma.

“Il primo aspetto del governo Pd che aggrediremo è questo patto tra istituzioni e poteri forti dove ogni segmento di settore pubblico è stato svenduto ai privati”, spiega la Quintavalla al fattoquotidiano.it, “Errani rimarrà sempre un burocrate, espressione di un Pd che ha reciso i legami con le istanze riformatrici e di difesa dei ceti più poveri. Poletti in queste ore in auge per il Jobs Act e la cancellazione dell’articolo 18 è stato il primo a distruggere le coop emiliano-romagnole facendo nascere da qui il precariato”. Prove di dialogo paiono però esserci con Balzani (“potrebbe fare uno scatto e mettersi a disposizione di una riunificazione della sinistra Pd”), mentre il gelo coi 5 Stelle continua: “Le catastrofiche scelte nel post Europee ci tengono lontani, anche se Grillo ora chiede unità per opporsi a Renzi sul tema del lavoro”.

I mesi di discussione all’interno de L’Altra Emilia Romagna hanno visto emergere altre due figure di spicco per la candidatura a presidente della Regione alle elezioni del prossimo 23 novembre: l’attore Ivano Marescotti (già candidato alle Europee nella circoscrizione Nord-Est), e la giovane Cecilia Alessandrini, presidente dello storico circolo Pd Galvani di Bologna, che si è dimessa dal partito dopo la fiducia Pd al governo Renzi ed è poi approdata nella Lista Tsipras. L’attore è stato fino a un mese fa in pole position per la candidatura alla presidenza del post Errani per Tsipras, ma si è poi sfilato pur rimanendo in piena attività per la prossima campagna elettorale regionale: “Ho proposto io Maria Cristina Quintavalla come candidata, ma non di certo per tirarmi indietro”, spiega Marescotti al fattoquotidiano.it, “ora più che mai c’è bisogno della Lista Tsipras alle regionali con un Pd che ancora drena denaro pubblico per le scuole private e cancella l’articolo 18”. Per la Alessandrini, invece, si prospetta la posizione di capolista come consigliere regionale: “Penso che ci sarò”, spiega al fattoquotidiano.it, “dipenderà da come verrà gestita la composizione delle liste e il peso che si darà al comitato di Bologna”.

Alle Europee la lista Tsipras ottenne a Bologna più del doppio della media nazionale (l’8,9%). Rimane ancora in bilico la posizione di Sel all’interno de L’Altra Emilia Romagna che con alcuni sui rappresentanti di spicco come Luca Basile ha partecipato alla costruzione della Lista Tsipras alle regionali dell’Emilia Romagna: saranno gli direttamente gli iscritti al partito di Vendola nelle prossime ore con una consultazione interna a decidere se rimanere con il Pd, come già accaduto nella giunta Errani, o sfidarlo apertamente alleandosi a sinistra. La candidatura al ‘femminile’ della Quintavalla si aggiunge ad un’altra candidata come Giulia Gibertoni del Movimento 5 Stelle, e si accoda alle voci che vogliono Federica Salsi candidata presidente della lista Liberi Cittadini dell’ex grillino Favia, e ancora il possibile rientro della bolognese Anna Maria Bernini possibile presidente nelle fila del Pdl: “A voler pensar bene sembra che il problema dell’accesso alla politica per le donne sia stato affrontato”, commenta Alessandrini, “a pensar male quando la situazione è complicata si scarica addosso a loro la soluzione dei problemi”.

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