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Iraq, Isis distrugge la moschea del profeta Giona. Ultimatum ai curdi: “Via da Mosul”

L'edificio era considerata uno dei più importanti monumenti storici e religiosi e luogo di pellegrinaggio di musulmani sia sunniti sia sciiti. I jihadisti avrebbero raso al suolo anche la moschea sciita di Wadi al Akhdar, e si apprestano a distruggere quella di Najib Jader
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I miliziani dello Stato islamico (Isis), che controllano dal mese scorso Mosul, nel nord del Paese, hanno distrutto la moschea intitolata al profeta Giona, considerata uno dei più importanti monumenti storici e religiosi e luogo di pellegrinaggio di musulmani sia sunniti sia sciiti. Ne danno notizia fonti locali. I miliziani jihadisti hanno invitato la popolazione locale ad assistere alla distruzione della moschea, compiuta con bulldozer e pale, hanno detto le fonti. L’importanza per i musulmani delle diverse confessioni di questo luogo di culto deriva dal fatto che il profeta Giona è citato nel Corano

Secondo le stesse fonti, i jihadisti sunniti hanno anche raso al suolo la moschea sciita di Wadi al Akhdar, e si apprestano a distruggere anche quella di Najib Jader, anch’essa importante monumento storico. A partire dalla presa di Mosul, il mese scorso, i miliziani dell’Isis hanno distrutto diversi luoghi di culto non sunniti, in particolare chiese e moschee sciite.

I miliziani hanno dato tempo fino a domani ai cittadini curdi per lasciare la città, come avevano fatto una settimana fa con i cristiani. Lo rendono noto fonti locali. Da oltre un mese, da quando cioè l’Isis si è impadronito di Mosul, combattimenti sono in corso a nord della città tra jihadisti di questa organizzazione e forze Peshmerga curde giunte dalla vicina regione autonoma del Kurdistan. Nuovi scontri sono in corso a partire da ieri in particolare nell’area di Telkeif, una località una ventina di chilometri a nord-est di Mosul popolata da una maggioranza cristiana.

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