In questi giorni ferve una dura polemica sullo stipendio degli avvocati dello Stato che Renzi, giustamente, ha ritoccato verso il basso, per quanto concerne la quota “variabile”.

Di cosa si tratta?

Gli avvocati dello Stato (di cui ho già parlato in altro post denunciandone, fra i primi, i privilegi), pur non essendo magistrati hanno uno stipendio equiparato a quello dei magistrati. A ciò però aggiungono le cd. propine, cioè la somma di denaro che avrebbero percepito (pur se con qualche correttivo e limite) in caso di vittoria, come se fossero avvocati del libero foro.

Renzi, come detto, ha ridotto questa quota al 10% del valore (contro il 75% attuale), lasciando così un incentivo di risultato, ma in termini più ragionevoli.

Bisogna innanzitutto evidenziare che se i dati apparsi questi giorni sulla stampa sono veri, una buona parte degli avvocati dello Stato guadagnerebbe ben più del Capo dello Stato e del primo presidente della Corte di Cassazione. È giustificabile una simile situazione?

A mio parere no, e per molti motivi:

1) gli avvocati dello Stato hanno già uno stipendio fisso di non poco valore;

2) sugli avvocati dello Stato non grava alcun rischio di perdere i clienti: le amministrazioni dello Stato sono obbligate ex lege a farsi assistere da loro,

3) gli avvocati dello Stato non hanno alcuna spesa: è tutto pagato dallo Stato, dalle bollette, agli affitti, alle segretarie, alle auto blu, alle ferie;

4) il lavoro non deve essere moltissimo, visto che riescono a svolgere ogni anno decine e decine di incarichi “extra” lautamente pagati – addirittura talvolta in “fuori ruolo” – oltre al proprio lavoro;

5) nell’ottica della spending review allo Stato converrebbe comunque sostituirli con avvocati a stipendio fisso.

Traendo una conclusione, mi sembra che il Presidente del Consiglio stia operando benissimo e che le polemiche che provengono dalla categoria (di fatto perché vorrebbero continuare ad essere pagati più del Presidente della Repubblica, almeno in molti casi) sia del tutto ingiustificata.

Personalmente sono convinto che, se gli avvocati dello Stato pensano che nel libero foro guadagnerebbero ben più denaro, magari lavorando meno, vi sarebbe comunque una folta schiera di ottimi e bravissimi avvocati del libero foro ben disposti a sostituirli, ove se ne andassero. Non vi sarebbe nessun danno per la collettività e sarebbero tutti contenti.

Ben fa il Presidente del Consiglio a portare avanti una simile iniziativa. Piuttosto, perché non pensare anche a vietare ex lege il conferimento di incarichi ulteriori agli avvocati dello Stato, così potranno dedicarsi interamente e solamente al lavoro per cui sono pagati da tutti noi?

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