Una lettera aperta, firmata da 43 docenti di università italiane e straniere, è stata inviata al governo per chiedere le motivazioni della scelta di Giorgio Alleva, professore ordinario de La Sapienza, come nuovo presidente dell’Istituto nazionale di Statistica. Nel documento si sottolinea il suo “curriculum estremamente modesto” rispetto a quello degli altri candidati e si sollevano “dubbi circa la sua adeguatezza a gestire il processo di integrazione dell’Istat nel sistema statistico europeo”.

I firmatari sono tutti studiosi di livello internazionale. Tra loro c’è Tito Boeri dell’Università Bocconi, Luigi Zingales dell’Università di Chicago, Paolo Zaffaroni dell’Imperial College, Andrea Ichino della European University Institute di Firenze e Michele Boldrin della Washington University. Al premier Matteo Renzi e ai ministri Maria Anna Madia e Stefania Giannini i professori chiedono di chiarire “quali sono i criteri” che li hanno portati a scegliere Alleva, rispetto agli altri candidati che avevano presentato una “manifestazione di interesse” per il mandato, come previsto dal bando pubblicato il 20 marzo sul sito del ministero per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione.

Dei 97 lavori indicati nel curriculum di Alleva “se ne trova soltanto uno pubblicato su una rivista scientifica di qualche rilievo, peraltro il Journal of the Italian Statistical Society. Quanto agli altri, va notato che lavori apparsi sulla ‘Rivista Trimestrale delle Casse Rurali e Artigiane’, nella ‘Collana Documenti Cnel’, negli ‘Atti Convegno su Competenze per Competere’, negli ‘Atti Giornata GIS’, in genere non vengono elencati nel curriculum di uno studioso. Del resto, su Google Scholar, motore di ricerca che tiene conto di un numero enorme di riviste, case editrici, atti di convegni, incluso quasi tutto quello che viene pubblicato in italiano, soltanto una decina dei 97 lavori del Prof. Alleva vengono segnalati, con un massimo di 4 citazioni“.

I firmatari si chiedono quindi se governo si renda conto “dell’effetto che fatti del genere hanno sulla reputazione del nostro Paese nella comunità scientifica internazionale, sulla cosiddetta fuga dei cervelli nel settore della ricerca? Molti giovani studiosi penseranno – aggiungono – che se questa è la considerazione che la ricerca in Economia e Statistica ha nel nostro Paese, meglio approfittare delle occasioni che si presentano per andarsene o per non tornare”.

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