Sparita. O forse mai esistita. “La documentazione preparatoria relativa a tutte le attività in materia finanziaria” non si trova. Un nuovo particolare emerge sugli investimenti a rischio della Fondazione Enasarco, la cassa di previdenza e assistenza degli agenti di commercio. Ne dà notizia il presidente Brunetto Boco in una lettera del 9 giugno scorso inviata alle organizzazioni sindacali in cui rivela di avere presentato una denuncia contro ignoti per truffa e sottrazione di atti.

Nella missiva, scritta per rispondere indirettamente alle accuse di un servizio della trasmissione Report sulla gestione dei contributi pensionistici versati dai 250mila iscritti alla cassa, Boco sostiene che negli ultimi mesi i vertici di Enasarco abbiano attuato una serie di misure per avviare “un processo irreversibile di rottura storica, all’insegna della trasparenza e dell’efficienza e di radicale mutamento del modus operandi e della governance della fondazione”. E dà la sua versione su come abbiano avuto origine una serie di investimenti che, secondo gli allarmi lanciati in passato dall’ex vice presidente Andrea Pozzi, hanno messo a rischio le pensioni future degli agenti di commercio.

Tra questi, alcune discutibili operazioni fatte attraverso veicoli con sede in paradisi fiscali come le Mauritius e il portafoglio di derivati di cui faceva parte la nota Cms (ex Anthracite), inserito nel bilancio del 2012 tra gli ‘investimenti alternativi’ dietro cui potrebbero nascondersi perdite potenziali da oltre 500 milioni di euro. Perdite potenziali che Boco ribadisce non ci siano, grazie a una “protezione” offerta da un Btp zero coupon con scadenza nel 2039, la stessa dei derivati, sulla quale però aveva espresso qualche dubbio anche la Covip, la commissione di vigilanza sui fondi pensione.

Nella lettera alle organizzazioni sindacali Boco passa in rassegna anche le azioni legali che sono state intraprese a tutela della fondazione. E se già si sapeva che il consiglio di amministrazione, nel corso del 2013, ha avviato un’azione di responsabilità nei confronti dell’ex direttore generale Carlo Felice Maggi e dell’ex dirigente del servizio Finanza Marco Di Vito, dalla missiva emerge ora un nuovo particolare inquietante. “Poiché nel corso degli accertamenti degli uffici – scrive infatti Boco – è emersa l’assenza della documentazione preparatoria relativa a tutte le attività in materia finanziaria sia presso la direzione generale sia presso il servizio Finanza della fondazione, al termine di un’indagine interna disposta dal presidente è stato presentato alla Guardia di Finanza un esposto-denuncia-querela per i reati di truffa e di sottrazione di atti, nei confronti di ignoti”.

Boco fa poi riferimento allo “sforzo rilevantissimo che la fondazione sta facendo per gestire al meglio le risorse che sono affidate alla sua cura” ed elenca i motivi per cui ritiene che lo stato di salute di Enasarco è “buono”. Punta infine il dito contro “l’azione continua e pervasiva di denigrazione e delegittimazione” messa in atto, secondo il presidente, da “persone, ambienti e contesti che non volevano cambiare”. E che avevano “un unico obiettivo: impedire, ostacolare, fermare i cambiamenti in atto e puntare dritti al controllo della fondazione e perciò del suo patrimonio”.

@gigi_gno

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