Erri-De-LucaIl 21 maggio 1957 due signori entrarono nella libreria City Lights di San Francisco e acquistarono una copia di Howl, l’opera di Allen Ginsberg, il grande poeta della beat generation. La pagarono 75 centesimi. A vendergliela fu un certo Shigeyoshi Murao, che lavorava come commesso nel negozio. Tredici giorni dopo, il 3 di giugno, Shigeyoshi Murao fu arrestato. Quei due signori erano poliziotti in borghese. C’era un mandato di arresto anche per Lawrence Ferlinghetti, proprietario della libreria nonché editore del volume incriminato. Il poema veniva dichiarato osceno. Ferlinghetti e Murao furono sottoposti a un processo che verrà consegnato alla storia. “Ci sarebbe mai libertà di stampa o di parola se si dovesse ridurre il proprio lessico a uno scialbo e innocuo eufemismo? Un autore deve poter essere reale nel trattare la propria materia e deve essergli consentito esprimere pensieri e idee con parole proprie”. Queste sono le frasi con cui il giudice Clayton Horn assolse gli imputati. “Immaginate: essere arrestato per aver venduto della poesia!”, esclamò attonito il povero Shigeyoshi Murao.

Con tutte le ovvie differenze del caso – non si trattava di un poema bensì di una dichiarazione resa in un’intervista, per dirne una – torna alla mente, nell’assistere a quanto sta accadendo al nostro grande scrittore Erri De Luca, il notissimo processo a Ferlinghetti. Erri ha parlato di sabotare e di cesoie riguardo alla Tav e oggi è accusato di istigazione a delinquere. Avrebbe dovuto utilizzare “uno scialbo e innocuo eufemismo” per sostenere il proprio pensiero, e così non ci si sarebbe neanche accorti delle sue affermazioni. Erri De Luca ha vissuto da protagonista quegli anni Settanta che in Italia hanno visto condanne a pene rese smisurate da reati di sola opinione.

Io sto con Erri. E per fortuna insieme a me ci sono tante e tante persone che in queste ore stanno protestando sul web, si stanno organizzando in gruppi spontanei di lettura dei suoi libri, si mostrano indignate per quanto gli sta accadendo.

Noi siamo con lui. Lo abbiamo visto andare e venire dalla Bosnia subito dopo la guerra a guidare camion pieni di viveri in convogli di solidarietà. Lo abbiamo visto sotto le bombe di Belgrado. Lo abbiamo visto a Lampedusa, dove affogano corpi e speranze di un pezzo di umanità che ci piace far finta di dimenticare. Lo abbiamo visto vicino ai carcerati che riempiono le nostre galere di bisogni e di sfighe. “Chi ha trattenuto qualcosa ha trattenuto tutto”, dice uno dei tre uomini di Aceto, arcobaleno, ormai antica opera di Erri De Luca. Ecco: lui non ha trattenuto nulla. Ti vogliamo bene, Erri.

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