“Il pubblico perdona il mio modo di recitare perché sa che sono stato un atleta. Sanno che non sono un impostore”. Con questa frase, Johann “Johnny” Weissmuller fotografava il suo passaggio da nuotatore, fra i più forti degli anni ’20, ad attore, celebre soprattutto per il ruolo di Tarzan. Johnny era nato il 2 giugno 1904 nell’attuale Timișoara, che a quel tempo, ancora sotto l’impero austro-ungarico, si chiamava Freidorf. La famiglia Weissmuller cercò fortuna in America e si stabilì dapprima in Pennsylvania dove nel 1905 nacque un altro figlio e poi a Chicago dove i piccoli Weissmuller crebbero e misero in mostra passione per il nuoto allenandosi nelle acque del Lago Michigan e vincendo le prime gare nella piscina dello Stanton Park.

Con le vittorie ottenute grazie al suo particolare crawl Johnny arrivò a vincere sulle 50 yarde stile libero al debutto nei campionati statunitensi per dilettanti. Un predestinato, che dichiarò di essere nato a Windber, in Pennsylvania, come il fratello minore per ottenere il passaporto e la possibilità di partecipare ai Giochi del ‘24. Così collezionò 5 ori olimpici, 52 titoli nazionali e 67 record mondiali. Weissmuller abbatté un muro importante nella storia del nuoto quando, il 9 luglio ‘22 ad Alameda, fermando il cronometro sui 58” 6 divenne il primo uomo al mondo a coprire la distanza in meno di un minuto. In quell’occasione frantumò il record precedente ottenuto dall’hawaiiano Duke Kahanamoku, nuotatore fortissimo e antesignano del surf moderno detto The Big Kahuna.

Kahanamoku anticipò Weissmuller solo nell’ingresso nel mondo di Hollywood, infatti, interpretò circa 15 film lavorando con registi del calibro di Victor Fleming e John Ford. Johnny fu più prolifico, circa 40 film al suo attivo, una stella nell’Hollywood Walk of Fame e un personaggio indimenticato, quello di Tarzan l’uomo scimmia, cui prestò il suo corpo e il suo urlo inconfondibile. Come lui stesso disse di se, il pubblico perdonò e capì la sua scelta di offrirsi al cinema perché entrò nelle pellicole in punta di piedi, sapendo che la sua forza maggiore era il carisma non la recitazione. Il Tarzan cinematografico piacque anche a Edgar Rice Burroughs, autore dei romanzi da cui furono tratti i film, anche se lo stesso Weissmuller non comprese mai fino alla fine (il 20 gennaio 1984): “Come può un tizio arrampicarsi sugli alberi, dire Io Tarzan, tu Jane e guadagnare milioni”?

Anche il “nuotattore” nostrano Bud Spencer, al secolo Carlo Pedersoli, è stato abbondantemente perdonato dal pubblico e con il passare degli anni dalla critica, che l’ha addirittura rivalutato. Napoletano, classe 1929, condivide con Weissmuller l’abbattimento del muro del minuto sui 100 stile, ma mentre il record mondiale dell’americano arrivò nel ’22, Pedersoli fu il primo italiano a farlo, con il tempo di 59″5 ma solo nel 1950. Per il futuro Bud Spencer qualche medaglia ai Giochi del Meditteraneo prima di inanellare decine di film e costituire una coppia formidabile con Terence Hill.

Dopo questi esempi virtuosi, il passaggio dalla vasca allo schermo, grande o piccolo che sia, non sempre è stato morbido. Raoul Bova, ad esempio, non può essere annoverato tra i nuotatori passati al cinema perché la sua carriera in vasca, seppur promettente, è stata limitata alle categorie giovanili. Un fisico atletico gli ha certamente giovato nel film che l’ha lanciato, “Piccolo Grande Amore” in cui era un maestro di surf. La tv, sempre più attenta a ciò che succede anche a bordo vasca, ha iniziato a subire il fascino dei nuotatori richiamandoli a se per piccoli ruoli, apparizioni, ospitate e reality. Questi passaggi, negli ultimi anni, hanno creato meteore e consumato il personaggio di turno a velocità di record del mondo dei 50 stile libero.

Ditemi chi ricorda Leonardo Tumiotto, fagocitato da un reality e dal gossip. Luca Marin, che pure qualche medaglia pesante in bacheca ce l’ha, ha deciso che senza nuoto “Si può Fare”. Lo show di Raiuno mette alla prova personaggi provenienti da vari mondi e li giudica su evoluzioni e performance spesso fuori dalle corde dei protagonisti. Negli Stati Uniti, il plurimedagliato (11 olimpiche) Ryan Lochte, ha chiesto e ottenuto dal canale E un reality interamente incentrato sulla sua vita quotidiana. S’intitolava What Would Ryan Lochte Do? (Che cosa farebbe Ryan Lochte?) ma dopo la prima stagione è stato tagliato. La nostra dea del nuoto, Federica Pellegrini non disdegna interviste e spot dove, mostrandosi per quello che è oltre a medaglie e record, ossia una ragazza di 26 anni, funziona. Meno divina Federica quando sfida la “sacralità” di palchi impegnativi tipo Sanremo. Un esempio atipico è quello di Massimiliano Rosolino che, vincente e longevo in vasca, esaurita la carriera agonistica, vorrebbe, come ha avuto occasione di dichiarare, fare il conduttore. Infine non ha scelto nessun ruolo cinematografico l’ex dorsista sudafricana Charlène Lynette Wittstocke che però i riflettori ce li ha puntati dritti addosso per aver sposato il principe Alberto di Monaco. Charlène, che adesso ha anche annunciato di aspettare un bambino, ha assunto il ruolo di principessa. 

La morale la lascio alla saggezza di Johnny Weissmuller, nato 110 anni fa, che comprese che per denaro ci si può prestare ad altro, l’importante è riconoscere i propri limiti e non affogare nello showbiz. 

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