Come ha giustamente osservato Marco Travaglio durante il lungo speciale condotto da Mentana su La 7, Beppe Grillo ha capito troppo tardi l’importanza della televisione nel determinare il consenso elettorale ma, a mio parere, è proprio perché lo ha capito che non si sarebbe dovuto sedere nel salotto di Bruno Vespa una settimana prima del voto.

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L’intento di Grillo era quello di convincere i moderati a votare per il Movimento 5 Stelle ma, a detta dello stesso Vespa, a quanto pare l’operazione non gli è affatto riuscita. Chiunque si rechi alle urne avendo in mente un programma elettorale ben preciso e alcuni punti fermi che determinano la decisione di votare per questo o quel partito deve essersi sentito un po’ confuso l’altra sera di fronte alle domande insolitamente incalzanti di Vespa e alle risposte evasive e annacquate di Grillo. Senza la piazza, i comizi, la Rete, e il tweet che ora che non hanno vinto loro suona alquanto beffardo Grillo ha mostrato i suoi punti deboli e le sue falle. Davanti alle domande di Vespa “Ma dai, davvero vorresti uscire dall’Europa?” o “Perché dici che tutti, indistintamente, i politici e gli imprenditori dell’Expo sono ladri sapendo di mentire agli elettori?” il leader del Movimento 5 Stelle non ha saputo dare risposte univoche e convincenti, le uniche che avrebbero giustificato la sua inversione di marcia, il suo ricredersi sul fatto che la televisione non è morta, non va boicottata e soprattutto può tornare molto utile in campagna elettorale a patto che se faccia buon uso. E’ come se si fosse avverato l’esorcismo auspicato da Renzi quando nel famoso incontro finito con un nulla di fatto il premier disse a Grillo: “Esci da questo blog!”.

Un altro fattore che certo non deve aver giovato al Movimento 5 Stelle e che è tra le cause della perdita di consensi alle ultime elezioni è una certa mancanza di coerenza, elemento assolutamente necessario per un leader che si alimenta della fiducia degli elettori. Ricorderete tutti il caso di Federica Salsi che qualche settimana fa ho citato proprio su questo blog. La consigliera regionale fu cacciata dal movimento per aver partecipato ad una puntata di Ballarò contravvenendo al diktat che impedisce (o impediva?) ai pentastellati di partecipare ai talk show televisivi. In quell’occasione Grillo si lasciò andare a considerazioni anche un po’ sessiste e misogine tirando in ballo il punto G (l’avrebbe citato se non si fosse trattato di una donna?) e l’orgasmo che provocherebbe la partecipazione ai programmi televisivi. A questo punto mi domando, perché Federica Salsi non poteva andare a Ballarò e Giuseppe Grillo invece può andare a Porta a Porta? Credo che domande come questa se le siano poste tante altre persone e che, infondo, non abbiano trovato una risposta che giustifichi un’espulsione così poco democratica.

Detto questo, il Movimento 5 Stelle ha comunque portato a casa il 21,1%, rimane il secondo partito e, considerando il fatto che è nato da poco, il risultato che ha ottenuto è deludente rispetto alle politiche ma non esclude affatto una rimonta in futuro. Tutto dipende dalla capacità di Renzi di realizzare concretamente le riforme che ha promesso perché, qualora non dovesse riuscirci, Grillo è sempre in agguato e non ha alcuna intenzione di mollare.

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