Le critiche sul ct della Nazionale Cesare Prandelli piovono anche dopo l’ufficialità delle 31 pre-convocazioni per il mondiale. E se prima della lista di chi andrà in ritiro a Coverciano dal 19 maggio la polemica era montata sul caso Chiellini, per un’applicazione del codice etico apparsa variabile ai più, subito dopo la comunicazione della Federazione il fuoco contro il commissario tecnico ha riguardato gli esclusi. Ah, che novità. Poteva andare diversamente in un Paese di 60 milioni di allenatori?

Nel bar virtuale di Twitter, però, sono entrati a gamba tesa proprio coloro che in Brasile non ci andranno. In prima o per interposta persona. “Ci sono rimasto proprio di m…a” ha twittato Mimmo Criscito, terzino dello Zenit San Pietroburgo.

 

L’ha “toccata piano” anche Luca Antonini ma per prendere le difese di Alberto Gilardino, escluso eccellente per pedigree e rendimento in campionato (15 gol): “Tu non hai i requisiti per questa Nazionale: troppo eticamente corretto, troppe presenze, troppi gol, troppo forte. Mi dispiace amico mio”. Pioggia di retweet e silenzio dell’attaccante ex Milan e Fiorentina.

 

Prandelli porta in Brasile una Nazionale che è un evidente mix di esperienza e gioventù. Ed è normale che qualcuno dovesse rimanere a casa, soprattutto se facciamo un conto di quante persone ha provato nell’ultimo anno (troppe?). Gilardino a parte, tra i “grandi vecchi” si notano le assenze di Francesco Totti e Luca Toni. In Brasile si giocheranno tre partite in meno di due settimane, con livelli di umidità prossimi al 100 per cento, in luoghi lontani centinaia di chilometri. E la carta d’identità peserà. Certo, ci sono due dati di fatto: il rendimento della Roma con e senza Totti, il fatturato di Toni in campionato. Il secondo avrebbe comunque vissuto il Mondiale all’ombra di Balotelli (che piaccia o meno, lì davanti ci sarà lui). Sull’esclusione del capitano giallorosso, lancio invece una provocazione, al netto di rifiuti sussurrati nell’orecchio al ct: carte d’identità alla mano e condizioni climatiche di cui sopra, Totti paga l’inamovibilità di Pirlo? Mi spiego, visto che il problema non è ovviamente tattico.

Se Prandelli chiama Totti non può tenerlo in panchina o concedergli spezzoni di partita. Ma può far giocare nello stesso undici il centrocampista della Juventus e il 10 della Roma, oggi, con la loro età? La discussione è aperta, il mio è solo un dubbio.

L’esclusione eccellente vera è un’altra, rimasta un po’ in ombra sui giornali, ma ieri esplosa sui social. Che fine ha fatto Alessandro Florenzi? Il centrocampista della Roma è un jolly: ha giocato nel centrocampo a tre con Zeman e fa tranquillamente l’esterno d’attacco. Polemiche sul codice etico a parte – toglietelo, è meglio, se non si è capaci di applicarlo sempre e per davvero – l’unica incomprensibile esclusione è proprio la sua, al netto di centrocampisti convocati che vengono da una stagione non certo sopraffina.

Le sviste capitano a tutti. Anche alla Federazione, che nel collage dei convocati pubblicato in contemporanea con le convocazioni ha chiamato il portiere del Psg Sirgu invece di Sirigu.

In quell’affresco manca una ‘I’. E pure Florenzi.

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