“Io mi sento un condannato all’esilio”. Si definisce così l’ex parlamentare di Forza Italia Amedeo Matacena scappato dall’Italia dopo che è diventata definitiva la sua condanna per concorso esterno in associazione mafiosa. Raggiunto telefonicamente dal Fatto Quotidiano a Dubai, l’imprenditore di Reggio Calabria chiarisce che non ha intenzione di rientrare per scontare la sua pena a 5 anni di carcere. Si scaglia contro i magistrati che lo hanno condannato e contro quelli che stanno indagando sul suo tentativo di raggiungere Beirut: “Questa gente fa pensare seriamente alla possibilità di suicidarsi. Io c’ho pensato più di una volta”. Matacena chiarisce, inoltre, che la sua latitanza è stata la causa della fine del suo matrimonio con Chiara Rizzo: “Voleva che io tornassi in Italia e io non volevo. Adesso rientra lei”. Di Claudio Scajola, l’ex ministro arrestato l’otto maggio proprio perché sospettato di aver favorito la sua latitanza, Matacena non vuole parlare: “Non c’è nulla da dire”. E chiude la conversazione. Intanto, contattata telefonicamente, sua moglie Chiara assicura che, in serata, sarà a Reggio Calabria: “Disposta a chiarire qualsiasi cosa”  di Lucio Musolino

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