Lontano dall’Italia e a distanza di sicurezza dalla nostra rete diplomatica. E’ la regola che ha imparato Roberto Barnabè, professore di italiano per stranieri, che vent’anni fa lascia Bologna direzione Parigi dove comincia a insegnare la nostra lingua all’Istituto italiano di Cultura. Le cose all’inizio vanno benone, ma i mali nostrani sono duri a morire e spesso contaminano anche le rappresentanze diplomatiche sparse per il Mondo. Tant’è che, dopo un po’ di anni, le autorità francesi scoprono una serie di irregolarità nell’applicazione dei contratti di lavoro stipulati dall’ente controllato dalla nostra ambasciata. Così nel 2003 l’Istituto decide di sospendere i corsi lasciando a casa studenti e insegnanti. Come raccontato dal fattoquotidiano.it, alcuni docenti decidono di fare causa (che anni dopo vinceranno), Bernabè no: “Non me la sono sentita di imbarcarmi in questa avventura contro lo Stato italiano”. Ma non si scoraggia e, assieme a qualche ex collega, fonda la sua scuola che, anno dopo anno, consolida la sua posizione di mercato. “Abbiamo 200 iscritti, cittadini francesi affascinati dal nostro paese. Un’immagine ideale che purtroppo non corrisponde molto alla realtà”  di Lorenzo Galeazzi e Thomas Mackinson

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“Qui a Varsavia temono il ritardo delle aziende italiane nei pagamenti”

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