Standard & Poor’s ha peggiorato a negative da stabili le prospettive sul merito di credito della città di Napoli, che rimane ‘BB-‘, cioè poco sopra il livello “altamente speculativo“, quindi a forte rischio di default. L’agenzia precisa di aver ritirato il rating “su richiesta dell’emittente”, cioè del Comune. Secondo S&P l’ente continua ad avere passività arretrate “alte” e c’è la possibilità che le riforme fiscali decise dal governo “indeboliscano la liquidità” dell’amministrazione partenopea. S&P ha invece confermato i rating di Torino (BBB) e del Friuli Venezia Giulia (BBB).

“L’amministrazione aveva contratti con tre agenzie e, visto che siamo in una fase di riduzione delle spese e di efficientamento – ha detto l’assessore al Bilancio del comune partenopeo Salvatore Palma – abbiamo disdetto due contratti, tra cui quello con Standard & Poor’s”. L’unica agenzia di rating rimasta a valutare l’andamento del Comune di Napoli è Fitch. In merito alla possibilità che le riforme fiscali del governo possano “indebolire la liquidità” dell’ente, l’esponente della giunta de Magistris si dice “perplesso. Le agenzie di rating devono basare il proprio giudizio sui dati e i valori contabili degli enti e non fare previsioni in base alle dichiarazioni di esponenti dei governi o alla politica fiscale che si annuncia. Bisogna prima leggere il sistema tributario che sarà realizzato dal governo”, ha concluso.

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