Il presidente del consiglio di amministrazione di Bnl, Luigi Abete, il vicepresidente, Sergio Pietro Erede, e l’amministratore delegato nonché direttore generale, Fabio Gallia, sono indagati a Trani per concorso in truffa, con l’accusa di avere predeterminato le condizioni per la negoziazione di contratti derivati ritenuti truffaldini. Ai tre, e ad altre 13 persone, è stato notificato l’atto fine indagine.

Secondo il pm inquirente Michele Ruggiero, i vertici della banca, dal 2008 al 2012, “con condotte artificiose commissive e/o comunque omissive”, predeterminavano le condizioni per la negoziazione di contratti derivati di tipo swap e inducevano dipendenti delle filiali territoriali della banca a farli sottoscrivere alla clientela. I contratti, secondo il pm, erano dannosi per il cliente e favorevoli solo per Bnl. Da qui l’accusa di truffa pluriaggravata e continuata.

In particolare, il reato contestato riguarda derivati swap per 3 milioni di euro fatti sottoscrivere nell’ottobre 2008 da funzionari della filiale di Corato di Bnl ad imprenditori della società Malo srl. I titoli hanno provocato – secondo la pubblica accusa – un danno economico all’impresa stimato in circa 600mila euro.

Nei giorni scorsi la stessa procura di Trani aveva iscritto nel registro degli indagati il presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa SanPaolo, Giovanni Bazoli, l’ex ad della banca, Corrado Passera, insieme ad altre 13 persone, nell’ambito di un’indagine su alcuni strumenti finanziari messi sul mercato dalla banca tra il 2004 e il 2008. In quel caso, per l’accusa la banca avrebbe fatto sottoscrivere strumenti derivati swap a un imprenditore che aveva acceso un mutuo, garantendogli che avrebbero permesso una copertura dal rischio di variazione del tasso di interesse variabile.

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