L’UOMO che sussurrava (ed in qualche caso urlava) al boss Raffaele Bevilacqua nell’incontro immortalato dalle telecamere della polizia a Pergusa torna dunque in pista verso il vertice provinciale del partito con la spinta del 90 per cento degli elettori del Pd che non hanno mai abbandonato il leader incontrato ogni lunedi mattina, in una sorta di pellegrinaggio, nel bar di Enna bassa. L’elezione ormai quasi certa di Crisafulli non appare sfiorata neanche dalle dichiarazioni al vetriolo di Argento, che ha rilanciato le ombre sul tesseramento gonfiato: “Noi non abbiamo votato – ha detto – abbiamo scelto di non legittimare con il nostro voto una procedura farsa dove le tessere si negano agli avversari”.
Ma il voto nei due congressi, Enna bassa e alta, non ha fatto altro che replicare le percentuali bulgare delle primarie per le politiche del gennaio scorso, quando Mirello Crisafulli totalizzò 6348 preferenze staccando di migliaia di voti gli altri candidati, l’avvocato Maria Greco, segretaria della sezione di Agira, ferma a 2689 voti, pari al 36,83 per cento, e il vice sindaco di Villarosa, Katia Rapè, che raccolse 588 preferenze. Oggi è difficile pensare ad una rimonta del renziano Carmelo Nigrelli, che, dopo le sconfitte nei due appuntamenti di Enna si gioca le chance residue nella sua città, Piazza Armerina, dove le rissosità del suo partito gli hanno impedito la rielezione a sindaco lo scorso giugno.
da il Fatto Quotidiano del 26 ottobre 2013