Aveva detto: “A Enna vinco col proporzionale, col maggioritario e anche per sorteggio”, e dall’urna è uscito ancora una volta un plebiscito. “Impresentabile” a Montecitorio e Palazzo Madama, Vladimiro “Mirello” Crisafulli conferma la legge del 90 per cento, mantenendo salda la sua ipoteca sul Pd siciliano attraversato dalle polemiche sul tesseramento falso e preoccupato per l’Opa lanciata sul partito, come ha denunciato la deputata catanese Concetta Raia. Ben 462 iscritti su 469 a Enna bassa, e 423 tesserati su 432 a Enna alta hanno consacrato con il 98,5 per cento l’ex senatore ennese (sostenuto da Gianni Cuperlo) candidato unico alla segretaria provinciale del Pd nella città più alta d’Italia, che continua a regalargli percentuali bulgare di consenso.
“In Sicilia c’è il congresso del Pcus”, aveva commentato il proconsole di Renzi nell’isola, Davide Faraone, ma a nulla sono serviti i tentativi per sbarrargli la strada da parte di due esponenti dell’area Letta, Angelo Argento e Giuseppe Bruno, il cui ricorso contro la candidatura di Crisafulli è stato bocciato dalla commissione nazionale di garanzia che ha ritenuto che la precedente pronuncia di esclusione del 18 febbraio scorso “non sia applicabile alla attuale fase congressuale del Pd”, come ha detto il segretario Giampietro Sestini.

L’UOMO che sussurrava (ed in qualche caso urlava) al boss Raffaele Bevilacqua nell’incontro immortalato dalle telecamere della polizia a Pergusa torna dunque in pista verso il vertice provinciale del partito con la spinta del 90 per cento degli elettori del Pd che non hanno mai abbandonato il leader incontrato ogni lunedi mattina, in una sorta di pellegrinaggio, nel bar di Enna bassa. L’elezione ormai quasi certa di Crisafulli non appare sfiorata neanche dalle dichiarazioni al vetriolo di Argento, che ha rilanciato le ombre sul tesseramento gonfiato: “Noi non abbiamo votato – ha detto – abbiamo scelto di non legittimare con il nostro voto una procedura farsa dove le tessere si negano agli avversari”.

Ma il voto nei due congressi, Enna bassa e alta, non ha fatto altro che replicare le percentuali bulgare delle primarie per le politiche del gennaio scorso, quando Mirello Crisafulli totalizzò 6348 preferenze staccando di migliaia di voti gli altri candidati, l’avvocato Maria Greco, segretaria della sezione di Agira, ferma a 2689 voti, pari al 36,83 per cento, e il vice sindaco di Villarosa, Katia Rapè, che raccolse 588 preferenze. Oggi è difficile pensare ad una rimonta del renziano Carmelo Nigrelli, che, dopo le sconfitte nei due appuntamenti di Enna si gioca le chance residue nella sua città, Piazza Armerina, dove le rissosità del suo partito gli hanno impedito la rielezione a sindaco lo scorso giugno.

da il Fatto Quotidiano del 26 ottobre 2013

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Il Brunetta furente per Bindi all’Antimafia

next
Articolo Successivo

Berlusconi, partita truccata

next