Su una cosa (e forse una sola) la Lega Nord ha ragione: l’Italia non dispone da sola delle risorse e del potere sufficienti per fronteggiare la questione immigrazione. D’altronde  nessuna politica nazionale di nessun paese europeo riuscirebbe da sola ad affrontare la questione in maniera efficace: che differenza fa morire sulle coste italiane, sulle spiagge spagnole, o al largo delle coste greche?
Questa considerazione ha spinto la Gioventú Federalista Europea GFE (federalismo in senso europeo e non leghista) a lanciare una petizione per chiedere al Parlamento europeo “di farsi promotore di un nuovo slancio per la realizzazione di una politica migratoria a livello europeo, proclamando simbolicamente una Giornata di Lutto Europeo in memoria del naufragio del 3 ottobre 2013″.
L’associazione punta il dito contro “la veduta corta delle politiche nazionali colpevoli e frammentate, protratte in nome di una sovranità ormai affievolita, contro la coscienza e l’interesse dei cittadini del mondo” e “rivendica, in nome dei cittadini europei, la creazione di un’unione federale per porre fine a questa quotidiana strage, che nulla ha a che vedere con le conquiste di civiltà del Vecchio Continente”.
L’iniziativa della Francia, che con il suo premier Jean-Marc Ayrault ha chiesto una “rapida” riunione dei paesi europei sulla gestione delle frontiere marittime, va in questa direzione. Un passo impensabile con il precedente presidente Nicolas Sarkozy, che nell’aprile del 2011 aveva chiuso la frontiera a Ventimiglia per impedire ad alcuni immigrati sbarcati in Sicilia di entrare in suolo francese, alla faccia del trattato di libera circolazione di Schengen. 
Il fatto è che l’immigrazione in un’Europa sempre piú chiusa in se stessa è un tasto delicato. Nel 2011 il ministro degli interni italiano era Roberto Maroni, che non trovò niente di meglio da fare che andare a Bruxelles a dare i pugni sul tavolo ed esigere in toni arroganti e perentori un aiuto internazionale che poi non arrivò mai. D’altronde di fronte a Parigi e Berlino fare la voce grossa non serve a niente, meglio sarebbe stato cercare di portarli sulle proprie posizioni con la diplomazia e la serietà politica, ma, come detto, il ministro degli interni all’epoca era Roberto Maroni.
La tragedia di Lampedusa mette oggi – ancora una volta- l’Italia e gli altri paesi di fronte al loro fallimento nella gestione dell’immigrazione internazionale. Un fallimento che è costato centinaia di morti. Secondo la Gioventú Federalista Europea GFE si tratta di un lutto europeo, come tale va celebrato e come tale va risolto, ovvero con una politica immigratoria europea responsabile e impermeabile agli impulsi demagogici e xenofobi della Lega Nord in Italia, del Front National in Francia e cosí via.
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