“Un comportamento indecoroso”. Tommaso Grassi, consigliere dell’opposizione di sinistra alla giunta Renzi, bolla così un dato statistico che inchioda il sindaco di Firenze: è il meno presente in Consiglio comunale tra i sindaci delle grandi città italiane. Soprattutto se, accanto a questo dato, si leggono anche fallimenti importanti, come i 36,6 milioni di euro di fondi europei persi per il completamento della tramvia a causa di tre fattori fondamentali: le difficoltà economiche del costruttore (Impresa S.p.a. subentrato alle già fallite Btp e Consorzio etruria), il restringimento del credito bancario in seguito alla crisi economica, le incertezze del progetto e dello strumento finanziario scelto, quello del project financing. Il sindaco Matteo Renzi, proiettato a giorni alterni alla guida del Partito democratico e a Palazzo Chigi, nel 2012 ha partecipato a 8 sedute su 45 del Consiglio comunale. Dall’inizio del 2013 a oggi è comparso nello scranno del primo cittadino nel Salone de’ Dugento 7 volte su 17.

Per capire se sono medie normali per un sindaco, sufficienti al rispetto dovuto alle istituzioni democratiche, basta fare un giro nelle altre grandi città italiane. Nel 2013 solo Gianni Alemanno, appena bocciato dai romani, aveva fatto peggio: 7 su 30. Marco Doria a Genova ha preso parte a 25 Consigli su 27 nel 2012 e quest’anno non ha mai mancato l’appuntamento: già 18 all’attivo. Il sindaco di Milano Giuliano Pisapia viaggia a quote altissime: 66 su 86 nel 2012 e 17 su 22 in questo primo semestre 2013. Anche Piero Fassino a Torino non fa mancare quasi mai la sua presenza: 47 su 56 nel 2012 e 18 su 20 nel 2013. Luigi De Magistris a Napoli si è assentato dai lavori consiliari soltanto due volte dal gennaio 2012 a oggi, toccando quota 49 su 51.

Tra un’ospitata televisiva e l’altra è molto difficile riuscire a fare il sindaco di Firenze, “il mestiere più bello del mondo”, come amava definire lo stesso Renzi il suo incarico. E quante volte durante le primarie di novembre lo stesso Renzi ha incalzato: “Bisogna usare meglio i fondi europei”. Peccato che è di questi giorni la notizia che proprio Firenze rinuncerà a 36,6 milioni. “Il sindaco fallisce – afferma la consigliera comunale, Ornella De Zordo – in una delle sue promesse più vendute”. Cioè la costruzione delle linee 2 e 3 della tramvia, la metro di superficie che oggi con una sola linea collega la città a Scandicci. Bruxelles aveva fissato delle scadenze precise: tutto pronto entro il 2015 o niente soldi. Palazzo Vecchio dà la colpa alla crisi che fa fallire le imprese, ma il problema è legato anche alle incertezze del progetto e dello strumento finanziario scelto, quello, appunto, del project financing.

Il governatore della Toscana, Enrico Rossi, va su tutte le furie e tenta di metterci una pezza con una nota ufficiale: “Proveremo a convincere l’Unione europea a considerare una rimodulazione di quei fondi”, in vista della riunione del prossimo 20 giugno a Bruxelles, perché “continuiamo a pensare che quell’opera sia strategica per il capoluogo di questa regione, non realizzarla rappresenterebbe un fallimento di tutti i nostri piani sulla mobilità”. E tra Rossi e Renzi i rapporti, tramvia a parte, sono ai minimi termini rispetto alle scelte amministrative e ai partner per realizzarle. Infatti, Rossi ha appena risposto con un secco “no” alle tentazioni toscane di Flavio Briatore: l’idea era quella di costruire un super mega ultra campo da golf a Bibbona. “Briatore propone campi da golf da tutte le parti, ma l’ultima struttura discussa in Toscana era da 77 ettari, non si può fare così”: bocciato da Enrico Rossi, il berlusconiano Briatore potrebbe tornare comodo proprio al boy scout di Rignano sull’Arno, di cui è da sempre grande fan: “Se si candidasse premier lo voterei al 100 per cento”. Infatti lo stesso Renzi, che soltanto pochi giorni fa ha pranzato a Firenze con Briatore, ha inserito nel suo piano di rilancio del Parco delle Cascine, il cuore verde al centro della città, proprio un campo da golf. Il progetto è inserito in un masterplan che dovrebbe essere concretizzato entro il 2015.

Intanto il sindaco annuncia su Facebook: “Messaggio per i fiorentini. Domani faremo l’ultima giunta programmatica della legislatura: metteremo giù l’elenco delle priorità per chiudere cinque anni di lavoro bello e intenso. In nottata faremo un giro anche a controllare i tanti cantieri stradali su cui lavoriamo di notte per non intralciare il traffico come da impegno pre-elettorale. Segnalatemi, se vi va, le vostre priorità e le vostre proposte sull’ultimo anno di azione amministrativa. E già che ci siete dateci un consiglio su dove mettere gli ultimi cinque fontanelli dell’acqua naturale e gassata di Publiacqua”.

di Giampiero Calapà e Sara Frangini

da Il Fatto Quotidiano del 13 giugno 2013

aggiornato da redazione web alle 0re 12.30 del 13/06/2013

Articolo Precedente

Camera, governo assente: seduta sospesa. Proteste M5S e Pd, scuse di Franceschini

next
Articolo Successivo

Lusi, i 16 milioni di euro sequestrati tornano allo Stato e non al partito

next