Domenica (di Ilaria Bernardini)Prima domenica d’agosto, asfalto fumante, strade deserte. C’è la maratona in città, le transenne bloccano parte della viabilità. Un uomo e una donna sono insieme, assistono, spettatori, al silenzio fuori dalla loro finestra. Sono soli in casa: quella domenica posso prendersela tutta per sé, il bambino lo tengono i nonni. La sera prima Lui e Lei erano stati ad una festa, da tempo la aspettavano: avevano bevuto, avevano fumato, al risveglio avevano fatto l’amore. Poche cose da dirsi, alcune per difficoltà nel comunicare, altre per vergogna, perché, si sa, i pensieri, i desideri, se pronunciati ad alta voce diventano meschini, indecorosi. Lei vorrebbe dirgli che quella vita la annoia, che non è quella che aveva immaginato per sé. Lui percepisce quell’insoddisfazione e teme le rivendicazioni della sua donna, tanto intima quanto sconosciuta, tanto attraente quanto segnata dagli anni che passano.

Lui e Lei si amano con la stessa intensità con la quale si odiano un attimo più tardi. Si tradiscono come se compissero un gesto meccanico, quasi ininfluente. La loro vita è tutta lì: bambino, cane, colazione; piccoli riti quotidiani che ancorano alla terra le pulsioni e le aspettative più ineffabili. A rianimarli dal torpore basta una telefonata: la notizia che ricevono li costringe ad uscire, a rompere l’incanto della città immobile, così simile al loro amore. Ora Lui e Lei devono attraversarla quella città, non importa se a piedi, non importa se quei tacchi Lei faceva meglio a non metterli. Ora sono lì e sono insieme.

Nel libro Domenica di Ilaria Bernardini (Feltrinelli, 154 pagg., 13 euro) mancano le descrizioni, i contesti, persino i nomi dei personaggi. La narrazione procede per flash, per immagini; tutto è sfumato in un’atmosfera surreale. Ogni tanto torna a far visita il passato, un passato ancora vitale che esibisce fiero i suoi feticci e il suo “peso specifico” sul presente. Ma ogni elemento, ogni passaggio del racconto è funzionale, è il tassello di un microcosmo familiare in cui si scontrano vita reale e vita sognata. Una storia di incomunicabilità, di compromesso, di allucinazione. Di possesso, di infedeltà, di vanità. Di sintonia e di rivendicazione. Insomma, una storia d’amore come tutte le altre.

Articolo Precedente

L’uccisione del giudice Guido Galli: ‘Aula 309’ di Renzo Agasso

next
Articolo Successivo

Donate per Bernini (e contro la privatizzazione del patrimonio artistico italiano)

next