Marcello Dell’Utri ha sempre avuto una passione per i libri antichi. E già a Firenze il senatore del Pdl è stato indagato per una storia di tangenti. Ma oggi, nella seconda tranche di un’inchiesta della Procura di Napoli, il politico risulta indagato per concorso in peculato. La spoliazione della storica Biblioteca dei Girolamini a Napoli aveva portato in carcere cinque “topi di biblioteca” arrestati dai carabinieri per la tutela del Patrimonio artistico proprio per il furto di antichi volumi e manoscritti custoditi nella biblioteca. In carcere era finito Massimo Marino De Caro, direttore della struttura fino al 19 aprile 2012 quando aveva annunciato la sua autosospensione dall’incarico dopo il sequestro della struttura. Nel registro degli indagati c’era finita anche Maria Grazia Cerone, collaboratrice del senatore Marcello Dell’Utri. Che avrebbe ricevuto alcuni dei numerosi volumi sottratti dalla Biblioteca dall’ex direttore De Caro.

Oggi, a distanza di otto mesi, dai primi arresti la svolta. I carabinieri hanno eseguito sei ordinanze di custodia cautelare, emesse dal gip di Napoli. L’accusa è associazione a delinquere finalizzata al peculato, alla falsificazione ed alla ricettazione di migliaia di volumi antichi. Gli arresti sono stati eseguiti a Genova, Napoli, Ozzano dell’Emilia (Bologna), Porano (Terni), Santa Maria Capua Vetere (Caserta). L’operazione, coordinata dalla Procura di Napoli, nasce appunto dall’indagine, denominata “Library Lost”  avviata nell’aprile 2012, quando fu accertato dall’ente erano spariti 1500 volumi di pregio. La scomparsa dei libri fu messa in relazione con la discussa nomina dell’allora neo-direttore della biblioteca De Caro, già consigliere del Ministro per i Beni e le Attività culturali. Vennero subito avviati i contatti con l’Interpol tedesca, per bloccare i librin procinto di essere venduti presso una casa d’aste di Monaco di Baviera. Quattro delle sei ordinanze di custodia cautelare sono state notificate questa mattina dai carabinieri a persone già detenute, alle quali viene ora contestato il reato di associazione per delinquere. Sono inoltre stati arrestati un legatore di Bologna, che secondo l’accusa provvedeva a cancellare dai libri rubati i contrassegni della Biblioteca dei Girolamini ed un ‘runner’ che faceva da cerniera tra gli antiquari e il gruppo che si appropriava dei volumi. Gli investigatori hanno ricostruito nei dettagli i meccanismi attraverso i quali la Biblioteca veniva depredata e attraverso quali canali i libri finivano in importanti librerie antiquarie. Agli atti dell’inchiesta ci sono anche le dichiarazioni di noti antiquari che hanno iniziato a collaborare con gli investigatori.

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