Sarà stata la battuta di caccia all’elefante, in Botswana, del re Juan Carlos I. Costatagli l’anca, la reputazione e 30mila euro. O forse lo scandalo di Iñaki Urdangarin, marito dell’infanta Cristina, che lo scorso 25 febbraio si era presentato per la prima volta in tribunale, accusato di aver intascato 15 milioni di euro attraverso una ong no profit, insieme al suo socio Diego Torres. Di certo questo è l’annus horribilis per i Borboni di Spagna. Il loro gradimento, secondo un sondaggio della Sigma Dos per il quotidiano El Mundo, ha raggiunto i minimi storici. E il prestigio della monarchia rischia di sgretolarsi giorno dopo giorno, soprattutto tra i più giovani.

In tempi di austerity, aveva già causato stupore che l’appannaggio reale per il 2012 fosse diminuito solo del 2 per cento (circa 8 milioni di euro), quando il ministero della Pubblica Istruzione riduceva il suo bilancio di 21 punti e la Sanità ne tagliava 14. Sborsare 30mila euro per una caccia grossa da una parte e rubare 15 milioni dall’altra alla già malconcia economia del Paese, per di più quando è necessario stringere la cinghia, non è affatto piaciuto ai sudditi iberici.

E dire che storicamente la famiglia reale è stata sempre molto amata, anche e soprattutto per aver facilitato il periodo di transizione dalla dittatura alla democrazia. Ma la Corona iberica stavolta non ce la fa e subisce una battuta d’arresto senza precedenti: il 41 per cento degli spagnoli non crede più nella monarchia come forma di Stato, e tra i giovani il dato sale fino al 58 per cento. Cifre da capogiro per i reali da sempre benvoluti a Madrid.

Non sarà certo un bel compleanno per Juan Carlos, che il 5 gennaio compirà 75 anni. Solo uno spagnolo su due ha ancora un opinione positiva di lui, delle sue passioni e delle sue avventure extraconiugali. Lo scorso anno il 76 per cento della popolazione gli rendeva ancora omaggio. La caduta di 26 punti depone certo a favore del principe Filippo, che il 45 per cento dei cittadini vorrebbero finalmente alla guida della Casa reale. Meglio un re giovane e morigerato – dicono gli spagnoli – che un vecchio infedele, arteriosclerotico e appassionato di safari di lusso. In realtà a tenere ancora le fila della famiglia reale ci pensa però la regina Sofia, la più amata. Soprattutto dal monarchico per eccellenza: cittadino over 65, elettore del Partito popolare. Solo il 23 per cento tra i più anziani sudditi quest’anno si è ribellato e ha scosso la testa davanti alle vicende del palazzo della Zarzuela.

Il sondaggio della Sigma Dos, realizzato tra il 21 e il 28 dicembre, a maggior ragione assume importanza in un anno di silenzio ufficiale sui Borboni: questo autunno il Cis (Centro di indagine sociologica) non ha chiesto, come ha sempre fatto fin dal 1994, il parere dei cittadini iberici sull’operato della Corona. Forse perché già l’anno scorso gli spagnoli, per la prima volta, avevano bocciato i reali, con un punteggio che sfiorava a stento la mediocrità.

E pensare che nel 1997 la monarchia era stata l’istituzione più apprezzata del Paese. Tempi di gloria per il re e capo dello Stato cui i cittadini avevano assegnato addirittura 7 punti su 10. Stavolta nemmeno quando è apparso in televisione, la sera del 24 dicembre, appoggiato alla sua scrivania quasi con fare paterno, Juan Carlos è riuscito a commuovere. Anzi. Gli spagnoli in tutta risposta hanno preferito spegnere la tv. E il discorso del re è stato il meno seguito. Da 15 anni a questa parte.

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