Gli studenti che quest’anno si sono aggiudicati una borsa di studio all’estero possono fare a meno di disfare le valigie. Almeno per il 2012 il programma Erasmus è salvo. Poi si vedrà, tutto dipende dai serrati negoziati sul bilancio Ue 2013 che si stanno tenendo a Bruxelles tra istituzioni europee (Commissione e Parlamento) e Stati nazionali (rappresentati dal Consiglio). Il Commissario Ue per la programmazione finanziaria e il bilancio, il polacco Janusz Lewandowski, ha annunciato oggi una rettifica al bilancio 2012 di 9 miliardi di euro, 90 milioni dei quali andranno a pagare le fatture già emesse per il programma Erasmus. Per il 2013, invece, regna l’incertezza più totale. Bisognerà aspettare l’esito dei negoziati sul bilancio 2013 e il responso del summit straordinario del Consiglio europeo di novembre sul periodo 2014-2020, indicativo per capire che aria tira a Bruxelles in tema di bilancio comunitario.

Succede che l’Ue si è trovata a corto di fondi prima della fine dell’anno (normale per l’ultimo anno del periodo di programmazione 2007-2013) e il programma Erasmus, come tanti altri di studio e ricerca, stava per farne le spese. La ratifica di bilancio annunciata oggi serve solo a tappare i buchi per l’anno 2012, a “pagare i debiti” si dice a Bruxelles. “Questo non vuol dire che la Commissione chiede più fondi, ma che gli Stati membri devono onorare i propri impegni, evitando di interrompere i versamenti a favore degli studenti che partecipano al programma Erasmus o gli esborsi destinati alle regioni più povere attraverso i fondi di coesione”, ha detto il presidente della Commisisone europea José Manuel Barroso. Più catastrofico è stato Lewandowski, che dice di aver “segnalato più volte che i continui tagli al bilancio proposti creeranno non pochi problemi” poiché “la penuria di fondi colpisce soprattutto l’istruzione, la scienza e la ricerca, l’occupazione e lo sviluppo regionale”. Se 90 milioni finiscono a finanziare le borse Erasmus già assegnate per l’anno 2012, 423 milioni vengono destinati in altri programmi per la ricerca (Erasmus Mundus, Lifelong Learning e Settimo programma quadro per la ricerca e lo sviluppo) e ben 8,3 miliardi per politiche di coesione e sviluppo rurale. Gli Stati membri dovranno metterci proporzionalmente 5,9 miliardi, il resto (3,1 miliardi) arriveranno dalle multe nel campo della concorrenza (stime della Commissione).

Il bilancio Ue per l’anno 2012 arriva quindi a 156,2 miliardi di euro (dai 147,2 di partenza), dei quali 67,5 per progetti di coesione sociale e sviluppo (tra cui i progetti di studio e ricerca), 60 miliardi per conservazione e gestione delle risorse naturali, 9,4 miliardi in relazioni internazionali e aiuti umanitari, 2,1 miliardi per sicurezza e giustizia e 8,3 miliardi per spese amministrative. Ecco che l’attacco al programma Erasmus va letto nel contesto del braccio di ferro tra istituzioni Ue (Commissione e Parlamento) e Stati nazionali (rappresentati dal Consiglio) sul bilancio Ue 2013 e, più in generale, sul Programma di bilancio 2014-2020. Sostanzialmente il Consiglio si è opposto all’aumento del bilancio Ue 2013 del 6,8 per cento proposto dalla Commissione europea (circa 5 miliardi) chiedendo tagli per 1,9 miliardi di euro in nome della crisi che sta obbligando tutti i governi a tirare la cinghia. Questi tagli sono stati rifiutati dall’Ue in quanto, come ha detto più volte Lewandowski, gran parte del bilancio europeo torna negli Stati membri sotto forma di finanziamenti e programmi destinati allo sviluppo, particolarmente preziosi soprattutto in tempo di crisi.

Proprio oggi il Parlamento europeo ha votato a grande maggioranza una risoluzione che butta nel cestino i tagli chiesti dal Consiglio. “L’ultima cosa di cui aziende, ricercatori, studenti e altri beneficiari dei programmi Ue hanno bisogno è l’incertezza sulla possibilità della Commissione di onorare gli impegni presi. Speriamo che i ministri delle Finanze degli Stati membri riconoscano ciò e diano seguito al Patto di crescita concordato fra i loro capi di Stato e di governo in occasione del vertice europeo di giugno”, ha detto Giovanni La Via, eurodeputato italiano popolare e responsabile per il Parlamento per la parte più sostanziosa del bilancio comunitario. Staremo a vedere. L’unica certezza è che almeno per il 2012 l’Erasmus e gli altri programmi di studio e ricerca non si toccano. Per il 2013 si vedrà, molto dipenderà anche dall’esito del summit europeo straordinario convocato per novembre per parlare del Programma di bilancio 2014-2020, indicativo per verificare i rapporti tra istituzioni Ue e anche il clima nel quale si deciderà per il bilancio 2013. Insomma, per quest’anno gli studenti possono partire.

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