Il redditometro, più volte annunciato nei mesi scorsi, partirà dall’analisi delle spese compiute per internet e telefono. Dal 23 ottobre i dati telefonici e di internet di tutti gli Italiani dovranno essere trasmessi all’Agenzia delle entrate.
Il direttore dell’Agenzia Attilio Befera ha firmato infatti il 6 settembre scorso il provvedimento di acquisizione definitiva dei dati telefonici e di internet che rende obbligatorie, a carico di tutti gli operatori telefonici, mobili e fissi, di tutti gli internet service provider anche wi fi, e di tutti i rivenditori di traffico telefonico, l’obbligo di comunicare tutte le informazioni relative agli abbonati: contratti, consumi e credito telefonico, attraverso internet, all’Agenzia delle entrate.
Fino a oggi l’Agenzia richiedeva esclusivamente i dati delle imprese, mentre il nuovo provvedimento comprende anche le utenze domestiche e personali quindi anche quelle dei soggetti minori.
Il tutto si reggerà sul sistema informatico Entratel gestito dall’Agenzia delle entrate.
Con qualche dubbio però.
Il garante Privacy ha dato, a più riprese, alcuni consigli all’Agenzia delle entrate in merito all’utilizzo del sistema informatico Entratel, che costituisce e costituirà la base di comunicazione dei dati di milioni di italiani.
In particolare il Garante privacy ad aprile di quest’anno aveva avvertito l’Agenzie delle entrate sui rischi per i cittadini della trasmissione e conservazione di dati personali mediante il sistema Entratel.
E in effetti i dati personali raccolti dagli operatori telefonici e di internet sono estremamente delicati.
Le società telefoniche, o meglio i colossi della telecomunicazione, per farsi concorrenza tra di loro cercano spasmodicamente di ottenere i dati dei clienti dei rivali e sono spesso disposti a spendere cifre elevatissime per entrare in possesso dei dati personali degli abbonati della società concorrente.
Una volta ottenute lecitamente o meno queste informazioni, le compagnie inviano i dati ai call center che contattano l’abbonato per proporgli nuove offerte: è per questo che ognuno di noi riceve sino allo stremo chiamate con proposte mirabolanti da parte di soggetti collegati in qualche modo alle compagnie telefoniche.
Va ricordato, tra l’altro, che la banca dati a disposizione dell’Agenzie delle entrate conterrà anche dati di soggetti minorenni, che sin dall’età di 16 anni possono essere titolari di una SIM card per cellulare: i dati dei minori sono il vero oggetto del desiderio delle società telefoniche, la propensione al consumo di questi ultimi, infatti, tra suonerie, videogames etc (e i ricavi che le società ne possono trarre) è veramente imponente.
Per evitare tutto ciò il codice per il trattamento dei dati personali prevede regole rigidissime per gli operatori telefonici e di internet.
Regole che, si presume, verranno seguite anche dall’Agenzia delle entrate.
Quale che sia la sorte dei dati inviati, il 23 ottobre gli Italiani assisteranno al debutto del “telefonometro”, che fornirà il primo banco di prova importante del nascente redditometro.