Tragedia sul Monte Maudit, la terza vetta più alta del massiccio del Monte Bianco, sul versante francese. Una valanga ha travolto una trentina di alpinisti europei: il bilancio definitivo è di nove morti e 11 feriti. Inizialmente la polizia di Chamonix aveva riferito anche di quattro dispersi ma al termine della giornata di ricerche è stato accertato che due avevano rinuncianto dall’inizio alla scalata mentre gli altri due hanno seguito un percorso diverso dal gruppo travolto. Gli scalatori erano di diverse nazionalità e fra le vittime vi sono svizzeri, tedeschi, spagnoli e britannici. L’incidente è avvenuto a 4mila metri di altitudine, sul lato nord del massiccio “maledetto” (maudit in francese), una delle vie più battute dagli escursionisti. A dare l’allarme, alle 5,25 del mattino, è stato uno dei feriti. La slavina, secondo una prima ricostruzione del prefetto dell’Alta Savoia, si è formata dal distacco di una placca “spessa 40 centimetri”. Per il colonnello Francois Bertrand, potrebbe essere stato proprio uno degli alpinisti a staccare il blocco di neve. Certo è che si è trattato del “più grave e mortale incidente degli ultimi anni”, come precisato dalla prefettura. Anche il sindaco di Chamonix, Eric Fournier, ha sottolineato l’assoluta imprevedibilita’ del fenomeno. “Nessun bollettino meteo aveva previsto valanghe”, ha dichiarato. Nella zona, tuttavia, oggi soffiavano forti raffiche di vento, come ricordato anche da Oscar Taiola, veterano delle guide valdostane, secondo cui la valanga è stata causata da un seracco, ovvero un blocco di ghiaccio, che staccandosi avrebbe provocato una slavina larga più di 150 metri. 

”Non ho mai visto una cosa simile. Forse solo tre anni fa la valanga sul Mont Blanc du Tacul si è avvicinata a questa tragedia (in quel caso i morti furono 8, ndr)”. Daniele Ollier, membro del soccorso alpino della guardia di finanza di Entreves, non ha dubbi dopo aver operato per oltre cinque ore. “Non mi sento – ha aggiunto – di parlare di imprudenza, i seracchi in montagna periodicamente crollano e provocano valanghe di questo genere. E’ accaduto sul Mont Blanc du Tacul, è accaduto oggi”. I soccorritori della guardia di finanza di Entreves e il soccorso alpino valdostano hanno operato sul luogo della tragedia, oltre 4.000 metri di quota, assieme al Peloton d’Haute Montagne, ai vigili del fuoco, alla polizia e ad alcune guide francesi. “La valanga ha travolto numerose cordate – ha aggiunto Fabio Galante, anche lui del soccorso della gdf – e le ha trascinate sul pianoro tra il Tacul e il Mont Maudit. Aveva un fronte di circa 150 metri”. Le cordate che erano più in alto sono state colpite dai blocchi di ghiaccio del seracco, i quali hanno poi innescato una placca a vento che si è abbattuta sugli scalatori più in basso. “Sono tutti finiti – ha aggiunto Ollier – 200 metri più in basso”.

Alle operazioni di soccorso hanno partecipato una quarantina di uomini, coadiuvati da alcune unità cinofile. “Mentre sondavamo la valanga – hanno raccontato i finanzieri – abbiamo trovato una vittima. Era legata in cordata con altri due, anche loro morti, che abbiamo disseppellito poco dopo. Gli altri morti erano invece già stati recuperati così come i feriti. Si trovavano tutti sotto circa tre metri di neve”. Le operazioni di ricerca sono proseguite fino alle 15. Ai primi soccorritori giunti sul posto la scena che è apparsa era surreale: numerosi alpinisti che vagavano sul ghiacciaio in stato confusionale dopo essere riusciti ad uscire da soli dalla valanga oppure che sono stati solo sfiorati. Questa mattina in quota soffiava un vento forte, con folate fino a 60 chilometri orari, anche se le condizioni globali della montagna consentivano un’ascensione del genere. 

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