Adesso non si parla neanche più di orti urbani, ma di orti sui balconi o sui terrazzi, sì, proprio in casa. E così, mentre sempre più Comuni accedono alle richieste della cittadinanza di mettere a disposizione aree dismesse per la coltivazione, molti altri abitanti, subiscono il fascino di averlo addirittura a casa propria l’orto, coltivando appunto su terrazzi, balconi, o tetti. Complice magari anche la tecnica di recente adozione di coltivare addirittura in verticale, anziché in orizzontale, in modo da sfruttare maggiormente i piccoli spazi.

Secondo la Confederazione Italiana Agricoltori, sono addirittura 4,5 milioni questi italiani coltivatori diretti in casa propria. La cifra ha dello strabiliante, facciamole pure la tara, ma sempre altissima rimane. L’analisi dice che trattasi di persone in media di 45 anni, con “buona istruzione, sensibilità ambientale e una buona dose di tempo libero”.

Certo, che se ci pensate è davvero bello questo piccolo, minimo ritorno alla terra, alle origini di ciascuno di noi. E’ terribilmente bella questa natura che si fa strada in mezzo al cemento, questo verde che si riprende spazio in mezzo al grigio. Ed è splendido pensare a chi ha dei bimbi in famiglia che vedono crescere i frutti che poi mangeranno!

E, se ci pensate, non è certo la convenienza a muovere l’operazione. Probabilmente un chilo di pomodori al mercato li pagherete di meno che a coltivarli in casa. Ma è proprio il piacere arcaico del coltivare, così come del produrre qualcosa di proprio e di sano (compatibilmente con l’aria cittadina…) che muove all’azione.

Ed è una tendenza non solo italiana, se si pensa al boom di orti sui tetti che ha contagiato persino la metropoli di New York.

Un piccolo segnale in controtendenza di naturalità e di umanità in un mondo sempre più “disumano e disumanizzante.”

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