Cominciamo dalla fine della storia, come fosse uno di quei film dove ad essere svelato inizialmente è l’epilogo. Il concerto dei Marlene Kuntz, al Fuori Orario di Taneto di Gattatico (Re) dimostra, se mai ce ne fosse bisogno, che Godano e soci scoppiano di salute: uno spettacolo in cui a fare la differenza è l’estrema tensione poetica di certi passaggi, i quali lasciano intuire che il live, in una dimensione teatrale, certo non sfigurerebbe. Inoltre, sarebbe con ogni probabilità l’unico modo per contrastare “il vociare obsoleto” di uno sparuto gruppo di fans, decisamente pedanti nel chiedere “Sonica” sin dall’inizio. Poco male, anche perché non saranno accontentati; tuttavia, i Marlene – nel corso della serata – troveranno comunque il modo per “spettinarli”, quindi nessun rimpianto.

La trama del (mio) film si fa interessante perchè ad essere rivelata, infatti, non è la serata in quanto tale ma una bella chiacchierata con Cristiano Godano. Un prequel andato in scena qualche giorno fa e qui “proiettato”. Mettetevi comodi, fate silenzio e per favore evitate i pop-corn.

1 • Un anno fa, ho scritto: “I Marlene, a San Remo non ci vanno”, evidentemente mi sbagliavo.
Speriamo di non averti deluso…

1 bis  • Deluso no ma sorpreso sì.
Premessa: ogni gruppo porta avanti le proprie strategie, noi vogliamo continuare a vivere della nostra musica. San Remo – in Italia –  è l’unico contenitore musicale che ti permette di arrivare al maggior numero di persone possibile.

2 • L’obiettivo quindi è quello di arrivare a tante persone?
Dopo otto dischi, utilizzando i canali tradizionali non siamo riusciti a raggiungere il grande pubblico; ci girano le scatole, da anni abbiamo la sensazione che intorno a noi esistano persone che se conoscessero la nostra musica potrebbero apprezzarla. Purtroppo il nostro è un Paese assurdo dove anche i media di riferimento non aiutano.

2 bis • Spiegati meglio.
Parlo dei quotidiani nazionali, di quei giornalisti che se non sei funzionale ai loro gusti, stanne certo che non parleranno della tua musica.

3 • Proviamo a fare una proporzione: PJ Harvey sta all’Inghilterra come i Marlene Kuntz stanno all’Italia.
Quando PJ Harvey uscì con White Chalk, L’Independent le dedicò una pagina intera. I Marlene Kuntz – a seguito di un disco – non hanno mai avuto una pagina su quotidiani nazionali di riferimento; l’avranno adesso (cfr. La Repubblica) ma nel frattempo sono passati vent’anni di carriera. Se diamo per lecita la tua proporzione, sta in questo la differenza tra noi e un paese come l’Inghilterra.

3 bis • Qual è la conclusione?
Viviamo in un Paese dove ci sono giornalisti superstar che se la tirano e dove esiste un popolo che, a prescindere, non  è interessato culturalmente al rock.

4  • Parliamo delle critiche dopo San Remo.
Sono stato attaccato perché a detta di certi non ho tirato fuori la voce. Ma cosa si aspettavano “il bel canto”? Non sono un epigone di Claudio Villa, con tutto il rispetto parlando.

4 bis • Perdonami Cristiano ma se vai a San Remo cosa ti puoi aspettare?
Afterhours, Subsonica, Marlene Kuntz, hanno portato al festival la propria musica, con coerenza. Che poi il popolo italiano sia abituato ad altro è un dato di fatto.

5 • Noi abbiamo San Remo, negli Stati Uniti il “David Letterman Show”, contenitori televisivi diversi che però hanno in comune la grande audience.
Sonic Youth, Nick Cave, Wild Beasts, tanto per fare qualche nome… tutta gente che per farsi conoscere va “al Letterman”. I Marlene per lo stesso motivo finiscono a San Remo. Non è colpa mia se l’unico programma televisivo in cui è previsto il passaggio di musicisti in Italia è San Remo.

6 • Con i fans come va? In passato c’è stato qualche problema…
Perlomeno con una parte. Gente che non ha capito le nostre scelte artistiche, puristi del suono che ci accusano di essere diventati commerciali: bisognerebbe capire che cosa si intende con questo termine.

6 bis • Anche perché il disco più commerciale in termini di vendite dei Marlene è “Catartica”…
Quindi è commerciale? Lo vogliamo definire un disco pop? Ci sono persone che ci criticano e poi scopri che il loro gruppo preferito si chiama Smashing Pumpkins, in altre parole un gruppo che ha venduto milioni di dischi, che ha fatto musica pensata per essere venduta. E questi vengono “a rompere i coglioni” a noi? Ascoltatevi chi volete ma state lontani da me, smettetela di succhiarmi energia! (Sospira)

7 • Da tutto questo come se ne esce?
A dirla tutta vorrei potermi liberare da certe zavorre ma purtroppo non esiste un altro pubblico (sorride). Quello che posso aggiungere è che tutto si può dire dei Marlene ma non che sia un gruppo paraculo: abbiamo provato e stiamo cercando altre strade, in linea con il nostro sentire.

7 bis • Un iter comune a molti gruppi.
Che io conosca, solo i Sonic Youth hanno mantenuto inalterata la propria cifra stilistica dall’inizio alla fine.

8 • La summa del cantautorato italiano unita contro il download illegale: un’iniziativa piuttosto criticata in rete, che ne pensi?
Premesso che non ho visto il video ma vorrei poter svelare “alla rete” cosa mi entra in tasca per ogni cd venduto. I dischi li comprano in pochi, questo è un dato di fatto ergo i guadagni sono talmente irrisori da risultare paradossalmente irreali. 

9 • Il nome di Nick Cave, nelle tue interviste, ricorre spesso…
Una figura che conosco piuttosto bene, tanto da poter essere presa ad esempio. La sua carriera è sinonimo di coerenza e qualità.

9 bis • Qualche tempo fa eravamo a cena con lui, vi vedevo “parlare fitto”. Dopo qualche giorno mi ritrovai a leggere un’intervista da te curata per Rumore. Che ricordi hai di quell’esperienza?
In quel caso fu interessante il lavoro a corredo di quella chiacchierata. Ma con Nick esiste un rapporto che pur rimanendo in superficie è consolidato. Mi è capitato di volare a Londra da lui invitato per seguire un concerto. Generalmente sono sempre bei momenti.

Ringraziamenti a parte, il saluto è soltanto un arrivederci e guarda caso coincide con la fine del film. Restano le parole di un artista che con il suo gruppo vuole continuare a mettersi in gioco.

Cos’altro resta? L’Happy End è assicurato! Le nove canzoni consigliateci da Cristiano “spaccano”! Forse bisognerebbe inserire “i titoli di coda” ma se volete, quelli, possiamo scriverli insieme. 

9 canzoni 9 … di Cristiano Godano

LATO A

Heaven Help the Child • Mickey Newbury

Still Doing Time • George Jones

Lost • Lee Ranaldo

Show Me The Place • Leonard Cohen

LATO B

Medicine • Tindersticks

Filtered Throuhg Prejudice  • Demdike Stare

Ezz-Thetics • George Russell

Jazz Workshop • George Russell

Wintered Debts • Of Montreal

(Foto: LaPresse)

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