L’esercito siriano fedele al presidente Bashar al-Assad ha ripreso il controllo totale di Bab Amro, il quartiere di Homs che era in mano ai ribelli e che è stato sottoposto a bombardamenti da quasi un mese. Ed i Comitati di coordinamento locale comunicano che è di almeno 17 morti il bilancio delle vittime civili della maxi offensiva dei lealisti. Domani croce rossa e mezzaluna rossa siriana entreranno nel quartiere per soccorrere la popolazione. “Temiamo che ci siano molte persone gravemente ferite – ha dichiarato il portavoce della Croce rossa internazionale – Sappiamo che la situazione umanitaria sul campo è estremamente preoccupante”.

Di “ritiro tattico” ha parlato l’Esercito libero, composto per lo più da disertori delle forze governative, dovuto alla “mancanza di munizioni e armi” e per “proteggere i civili”. E’ quanto ha affermato il colonnello Riad al-Asaad, capo dell’Esercito siriano libero, nel corso di un collegamento telefonico con la tv araba ‘al-Jazeera’. “La nostra è stata una ritirata strategica – ha spiegato – volta a proteggere i civili che altrimenti avrebbero subito pesanti conseguenze”.

Riad al-Asaad è considerato il capo dell’Esercito siriano libero e si trova in un campo profughi nel sud della Turchia. Solo cinque giorni fa era scampato a un tentativo di rapimento. La polizia turca infatti, il 25 febbraio, ha arrestato due agenti dell’intelligence siriana che avevano attraversato il confine con l’obiettivo di rapire il colonnello. Lo ha riferito oggi il quotidiano turco Sabah, spiegando che l’arresto è stato effettuato da parte dell’Agenzia turca di intelligence (Mit) e che le due spie siriane erano una donna, Suhila Tafnkji, e un uomo, Mamdouh al-Moustafa.

Il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, ha espresso il timore che Damasco “possa avere” nei suoi arsenali “armi chimiche” e che possa usarle contro il proprio popolo. E in giornata il consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite ha adottato una risoluzione che “condanna con forza le continue e sistematiche violazioni dei diritti umani e delle libertà fondamentali da parte delle autorità siriane”. La risoluzione, che esprime anche “forte preoccupazione per la situazione umanitaria in Siria”, è stata proposta dalla Turchia e approvata a Ginevra con 37 voti a favore, tre contrari (Russia, Cina e Cuba) e tre astensioni. Il documento chiede al governo siriano di “mettere fine immediatamente alle violazioni dei diritti umani e agli attacchi contro i civili, a porre fine alle violenze e a consentire l’accesso libero e senza impedimenti alle Nazioni Unite e alle agenzie per gli aiuti umanitari, affinchè verifichino le necessità a Homs e in altre aree e consegnino i beni e i servizi necessari ai civili colpiti dalle violenze”. Infine la risoluzione conferma l’impegno per garantire la sovranità, l’indipendenza e l’unità territoriale della Siria. Prima del voto, Mosca aveva fatto sapere di ritenere la risoluzione “non bilanciata”.

E resta proprio Mosca il principale alleato del regime di Assad: il ministero della difesa russo ha infatti comunicato che il Paese ha firmato con la Siria un nuovo contratto per la vendita di 92 bombardieri Su-34.

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