C’è un “rischio reale” di tensioni sociali crescenti nei prossimi mesi e va contrastato con un piano per il lavoro, “la vera emergenza”. L’allarme arriva dal segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, e arriva dopo le rassicurazioni del premier Mario Monti che si è detto fiducioso del fatto che non ci saranno “grosse” tensioni sociali. Secondo Camusso, invece, il rischio è più concreto. Intervistata dall’agenzia di stampa TMnews, il leader della Cgil ha spiegato come “nei prossimi mesi la recessione avrà un impatto duro sull’occupazione e sui redditi. Il rischio che cresca il conflitto sociale man mano che cresce la disuguaglianza è reale”. Anche per questo, ha aggiunto, “è meglio che il governo abbia più coraggio di quanto ne ha avuto finora e apra un confronto esplicito e costruttivo con le parti sociali sui temi della crescita e dell’occupazione. Noi vogliamo confrontarci sulla crescita del Paese, e per noi crescita vuol dire creare nuove occasioni di lavoro per giovani e donne e lavori meno instabili e precari per tutti”. Per questo “proponiamo un nuovo ‘piano del lavoro’. Crediamo sia indispensabile ridurre il numero e la tipologia dei contratti instabili e atipici, moltiplicata in maniera irresponsabile dal governo Berlusconi”.
Posizione condivisa dal segretario della Cisl, Raffaele Bonanni che, nell’intervento “franco e di alto profilo” del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha letto “un incoraggiamento per il sindacato a proseguire su una linea riformatrice di accordi tra le parti sociali per stimolare la crescita e la stabilità dell’occupazione, con aumenti del salario legati alla maggiore produttività”. Speriamo “che tutti facciano tesoro delle parole del capo dello Stato – afferma Bonanni – a cominciare dal Governo che deve accompagnare questo necessario processo di riforme del lavoro senza forzature ed atti unilaterali. Solo con la concertazione ed il dialogo sociale si possono affrontare i problemi gravi del paese, distribuendo il peso dei sacrifici”, ha aggiunto il leader della Cisl. “Ma come ha ricordato il Capo dello Stato occorre soprattutto equità nel rigore, a cominciare proprio da una riforma fiscale che faccia finalmente pagare tutti i cittadini italiani in base ai guadagni effettivi ed ai reali patrimoni immobiliari e mobiliari. Su questa grande sfida della riforma fiscale, della lotta all’evasione e al malaffare, sollecitata da Napolitano attendiamo alla prova il Governo Monti e le forze parlamentari italiane. In troppi sul tema del fisco hanno fatto finora orecchie da mercante”.
Dal premier, al momento, è arrivato un breve plauso al discorso di Napolitano. “Si è trattato di un messaggio forte che, provenendo dalla personalità più rispettata e amata dagli italiani, infonde fiducia nell’affrontare i sacrifici necessari per il futuro dei nostri figli, e accresce ulteriormente la motivazione del governo”, ha commentato Monti. Lo stesso presidente del Consiglio ha poi chiamato i leader sindacali. A ciascun leader sindacale, riferiscono fonti del governo, “Monti ha formulato gli auguri per il nuovo anno e ha inoltre espresso la volontà del governo di ricercare la massima intesa con le parti sociali sui temi del mercato del lavoro e dell’occupazione, pur nell’esigenza di operare con la sollecitudine imposta dalla situazione”.