La Dia a lavoro nel ristorante 'Regina Margherita' di Napoli

C’è anche il nome dell’ex capo della Squadra Mobile napoletana, Vittorio Pisani, tra i 18 destinatari della richiesta di rinvio a giudizio formulata dalla Procura di Napoli al termine dell’inchiesta sul riciclaggio dei guadagni della camorra in alcuni dei più celebri ristoranti del lungomare. Pisani è accusato di rivelazione di segreto d’ufficio, favoreggiamento, abuso d’ufficio e falso perché – sostengono i pubblici ministeri Sergio Amato ed Enrica Parascandolo – avrebbe avvisato l’amico Marco Iorio, titolare del ristorante ‘Regina Margherita’ di via Partenope, dell’esistenza di indagini a suo carico. Pisani inoltre avrebbe suggerito a Iorio di far sparire i soldi in Svizzera e di modificare gli assetti societari per eludere i controlli.

Nell’elenco delle persone che la Procura di Giandomenico Lepore vuole processare compaiono, tra gli altri, i fratelli Marco, Massimiliano e Carmine Iorio e l’ex contrabbandiere ed usuraio Mario Potenza coi figli Bruno, Salvatore e Assunta. Le indagini, che a fine giugno culminarono nell’arresto di Marco Iorio e nel provvedimento di divieto di dimora a Napoli di Pisani, che da allora lavora a Roma, avrebbero accertato che i Potenza e l’ex capoclan Salvatore Lo Russo avrebbero investito centinaia di migliaia di euro in una serie di ristoranti, bar e pizzerie in varie città italiane. Somme riciclate principalmente a Napoli e nei locali di Marco Iorio, nei quali figuravano come soci – non indagati, estranei alle vicende di rilevanza penale e del tutto inconsapevoli della provenienza illecita dei capitali altrui – anche noti calciatori e politici, tra i quali l’ex capitano della Nazionale campione del mondo, Fabio Cannavaro, e l’ex vice ministro azzurro di un vecchio governo di Silvio Berlusconi, Antonio Martusciello, commissario dell’Agcom.

E’ di pochi giorni fa un lungo comunicato stampa dei legali di Cannavaro, nel quale l’ex centrale difensivo di Parma, Juventus e Real Madrid rappresentava “tutto il suo disappunto” per aver ritrovato sui quotidiani napoletani i verbali delle sue testimonianze e del contenuto delle intercettazioni con Iorio. Verbali dai quali emergeva che Cannavaro avrebbe acconsentito alla richiesta dell’amico Iorio di intestarsi il 25 per cento delle quote di una società. “D’altro canto – affermano gli avvocati Luigi Pezzullo e Roberto Guida – quelle intercettate e pedissequamente apparse sui quotidiani sono conversazioni che Fabio Cannavaro intratteneva con un amico, cui, all’epoca, riconosceva delle brillanti capacità imprenditoriali, ignorando i fatti oggetto delle indagini svolte dalla Procura della Repubblica”.

Nell’inchiesta figura uno storico capoclan napoletano, Salvatore Lo Russo. Il boss nei mesi scorsi ha iniziato a collaborare con la giustizia e ha raccontato del suo ruolo di confidente di Pisani e della circostanza – da dimostrare in sede processuale – che il poliziotto non solo era a conoscenza che i Potenza fossero soci di fatto di Iorio, ma non era mai intervenuto per perseguire il reato. Anzi, avrebbe rivelato all’amico dell’esistenza di un’indagine avviata in seguito a un esposto anonimo. Secondo quanto riferisce l’agenzia Ansa, nella richiesta di rinvio a giudizio i pm hanno indicato come parti offese il ministero dell’Interno (Pisani è un suo dirigente) e il Comune di Napoli, per il danno che la vicenda avrebbe provocato all’immagine della città.

A giorni verrà fissata la data della prima udienza preliminare. Proprio stamane la Dia di Napoli ha completato il sequestro delle quote dei ristoranti oggetto dell’inchiesta, formalmente intestate a soggetti che – si legge in una nota diffusa dal procuratore aggiunto dell’Antimafia di Napoli Alessandro Pennalisico – “le indagini hanno rivelato essere prestanome degli indagati”. Tra le quote sequestrate, spiccano il 20% del ‘Regina Margherita‘ di Napoli, quote di tre locali di Genova e di un ristorante di Torino, anch’esso denominato ‘Regina Margherita’, tutte riferibili al ‘gruppo Iorio’. E tre sequestri di quote del ‘gruppo Potenza’, tra cui quelle relative al ristorante ‘Poseidone‘.

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