Il salone della giustizia, voluto dal senatore pidiellino Filippo Berselli, trasloca a Roma. Si è da poco tenuta l’inaugurazione del nuovo Palas e Rimini Fiera deve già fare i conti con una defezione.

“Gli enti locali hanno dimostrato un totale disinteresse per l’evento, non hanno neanche preso lo stand che noi offrivamo loro gratuitamente”, ha tuonato il senatore berlusconiano. È mancata – ha continuato – una promozione adeguata dell’iniziativa e questo perché non c’è stato alcun supporto istituzionale”.

I numeri del salone della giustizia, una fiera atipica a cui partecipano fornitori della pubblica amministrazione, ordini professionali, editori specializzati e vari enti che ruotano attorno al ministero, non smentiscono la descrizione fatta da Berselli di un’iniziativa lasciata a se stessa: un flop la prima edizione, solo un po’ meglio la seconda. Proprio quest’anno, che si voleva fare il salto di qualità, invitando all’inaugurazione il ministro della giustizia Francesco Nitto Palma, è arrivata la decisione di trasferire la terza edizione della kermesse nella capitale.

Berselli ha fatto pochi complimenti e, constatando l’indifferenza di Rimini, ha pensato bene di bussare alla porta del suo collega di partito Gianni Alemanno. Il sindaco di Roma ha accolto a braccia aperte il senatore bolognese e si è detto ben lieto di trasferire nell’Urbe il salone della giustizia, che verrà presentato ufficialmente il 15 novembre e si terrà dall’1 al 4 dicembre.

“Io e il sindaco Andrea Gnassi l’abbiamo saputo dai giornali”, ha commentato Stefano Vitali, presidente della Provincia di Rimini. “Berselli evidentemente ha bisogno di farsi pubblicità. Noi non abbiamo risposto per non dare importanza a un fatto che dipende da una sua scelta legittima”. “Certo –ha proseguito Vitali- il fattore economico non c’entra con l’abbandono della fiera riminese: Berselli infatti si è sempre vantato nel ribadire che l’evento si sostiene grazie a sponsor privati”.

“Non ho desiderato sollevare polemiche -ha replicato il senatore del Pdl- altrimenti, se avessi voluto cavalcare la questione, l’avrei tirata fuori in campagna elettorale”. “La notizia è emersa perché i giornali locali se ne sono accorti, ma a me non è mai interessato entrare nel merito della polemica con il centro-sinistra. Non hanno appoggiato l’iniziativa –ha tagliato corto Berselli- e noi ce ne andiamo a Roma”.

La motivazione economica del trasferimento del salone è scartata anche da Lorenzo Cagnoni, presidente di Rimini Fiera: “Noi abbiamo garantito un canone pressoché nullo all’evento nella sua prima edizione, per la seconda erano state pattuite condizioni assolutamente facilitatrici, ben inferiori a quelle di mercato”. Per Cagnoni dunque sono “ragioni più complesse” quelle che hanno fatto propendere Berselli per Roma: “È una libera scelta di un organizzatore. Avrà valutato che la capitale costituisse un approdo più positivo, dopo aver compiuto un approfondimento sulle disponibilità dei diversi livelli finanziari”.

Non si sbilancia Cagnoni, non tocca a lui, afferma, dare un giudizio di valore politico, ma stando così le cose, non si può escludere che l’abbandono della città romagnola dipenda dal mancato sostegno dell’amministrazione di centro-sinistra a un’iniziativa nata in seno al partito di governo.

Berselli non ha risparmiato neppure una valutazione tutta sua delle strategie che Rimini dovrebbe mettere in campo per incrementare l’indotto del turismo fieristico: “Rimini non può vivere solo di Meeting e di Notte Rosa, deve recuperare visibilità internazionale e dovrebbe agevolare manifestazioni come la nostra, proporne una al mese. Invece niente, per fortuna a Roma ho trovato un sindaco e un presidente della Provincia più lungimiranti e sensibili dei loro colleghi riminesi”.

Tiepidina è stata la reazione degli amministratori di Rimini alla notizia che Berselli, facendo su armi e bagagli, si era rivolto al sindaco capitolino. “È riduttivo limitare l’intervento della nostra città a quanto sostenuto da Berselli” ha risposto Vitali. “Rimini è la quarta fiera italiana, ha il primo Palas, ospita la fiera del wellness e il Coni vi organizza l’evento sportivo dell’anno. Non è che ci manchino eventi, ciò nonostante c’è bisogno di tutto, per cui dispiace perdere il salone della giustizia, ma noi andremo avanti con tutte le altre grandi manifestazioni che contraddistinguono la realtà fieristica locale”.

Anche Cagnoni pare non disperarsi: “Sento la mancanza di tutte le manifestazioni che vengono sottratte a Rimini Fiera. Quella di Berselli aveva avuto un riscontro, in termini di affluenza, piuttosto ridotto. Non posso comunque essere lieto della scelta del senatore, ma sopravviviamo”.

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