Se Gheddafi se n’è andato, Ben Alì è tornato. Su YouTube è comparso un bel video che racconta bene il nord Africa che cambia dopo la primavera araba. Girato nella cittadina tunisina di La Goulette, situata sulla costa a dieci chilometri da Tunisi, fa vedere la costernazione dei cittadini davanti alla gigantografia, appesa su un palazzo, di un redivivo Bel Alì, il dittatore cacciato dalle rivolte popolari alla fine del 2010. Cittadini, passanti, autisti e lavoratori di passaggio, guardano la gigantografia con rabbia mista a preoccupazione: “Che succede – sembra di leggere nei loro volti – il tiranno è tornato al potere?”.

C’è spazio anche per attimi di timore: ma non era tutto finito? Si ricomincia con la dittatura? Sarà il caso esporsi contro l’effigie? Presto il coraggio prende il sopravvento. Un gruppo di uomini si fa forza, si reca sotto l’enorme poster, lo tira via con rabbia e sotto di questo, nella sorpresa generale, compare una scritta in arabo: “Attenzione, la dittatura può tornare: il 23 ottobre, andate a votare”. I volti degli astanti si distendono, la soddisfazione è palpabile, come se ancora una volta, in quel momento, la libertà sia stata ritrovata. Domenica, la Tunisia sarà il primo paese ad andare alle urne dopo le rivolte dello scorso inverno. E per i tunisini democratici, è un appuntamento virale, da non perdere.

Il Fatto Quotidiano, 21 ottobre 2011

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