
Oltre tre milioni di votanti e una vittoria annunciata, quella di Francois Hollande su Martine Aubry. Così come accaduto una settimana fa per il primo turno, le elezioni primarie socialiste per la scelta del candidato da opporre a Nicolas Sarkozy alle presidenziali del prossimo anno si sono rivelate un successo. Alle 17 avevano già espresso la loro preferenza oltre un milione e 600mila francesi, con il dato che ha superato i tre milioni alla chiusura delle urne. Alle 19,30, invece, ecco i primi risultati parziali, con Hollande (in testa anche dopo il primo turno) al 53,4% dei voti contro il 46,6% dell’altra candidata. Neanche mezz’ora e la forbice si è allargata: quasi 57% dei consensi Hollande, poco più del 43% la Aubry. Dopo un milione di schede scrutinate, invece, il distacco si è assestato (56% contro), ma sul risultato finale non c’erano già più dubbi, tanto che la squadra di Francois Hollande ha messo da parte la prudenza: “Le tendenze sono positive, non si invertiranno” ha detto Pierre Moscovici, il braccio destro del prossimo avversario di Sarkozy.
La conferma definitiva dell’esito delle consultazioni primarie del centrosinistra, poi, è arrivata a stretto giro, ovvero quando è stata la stessa Martine Aubry ad ammettere la sconfitta in un discorso pronunciato davanti ai militanti nella sede storica del Partito socialista francese, a rue Solferino. Con la voce leggermente commossa, la Aubry ha affermato che il candidato socialista alle presidenziali “da stasera è Francois Hollande” ed ha invitato tutti i militanti a “unirsi attorno al nostro candidato”.
La straordinaria partecipazione popolare al secondo turno delle consultazioni primarie francesi ha confermato ancora una volta come lo strumento eserciti un enorme appeal sull’elettorato di ogni nazione. La pensa così anche l’ex presidente del Consiglio italiano Romano Prodi, secondo cui “anche dalla Francia viene la conferma di quanto le primarie siano strumento prezioso per restituire la parola ai cittadini e credibilità alla politica. Deve essere per noi ragione di orgoglio che sia stato il centrosinistra italiano ad aprire una strada così innovativa per la democrazia”. Per l’ex leader del centrosinistra italiano, inoltre, “le primarie si rivelano la via più efficace per costruire una coalizione e darle solidità programmatica e politica. Non una gara tra persone ma tra distinte proposte programmatiche pur a partire da valori comuni. Ciò vale anche in Italia, tanto più oggi in un momento così critico della vita del Paese”.
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