Il sindaco di Palermo, Diego Cammarata

L’abolizione di tutte le Province italiane, in termini di costi della politica diretti, farebbe risparmiare circa 120 milioni di euro. Secondo le ultime stime l’abolizione preventiva prevista dalla manovra di Ferragosto farà risparmiare circa meno di 20 milioni di euro. Molto meno della metà di quanto è costata al bilancio dello Stato l’ennesima elargizione per il Sindaco di Palermo Diego Cammarata. Il 29 luglio con l’Ordinanza 3597 della Presidenza del Consiglio dei ministri firmata personalmente da Silvio Berlusconi, è stato staccato un assegno da 45 milioni di euro per garantire il pagamento degli stipendi dei circa 1500 lavoratori della Gesip, la Spa interamente posseduta dal Comune di Palermo che si occupa di una miriade di attività che potrebbero essere svolte in-house, senza alcuna società esterna, risparmiando 10 milioni di Iva l’anno, 50 mila euro di compenso per il commissario straordinario Massimo Primavera più una serie di costi nascosti che quasi ogni giorno emergono dal carrozzone palermitano. In nove anno lo Stato ha trasferito a titolo di finanziamento straordinario 850 milioni al comune di Palermo letteralmente bruciati in una situazione che definire fallimentare è poco.

La Gesip, ovvero Gestione servizi impianti pubblici Palermo s.p.a., nasce nel 2001 con l’allora commissario straordinario al comune di Palermo Guglielmo Serio. Leoluca Orlando aveva da poco lasciato la poltrona di primo cittadino per sfidare alle regionali Totò Cuffaro e il capoluogo siciliano venne affidato all’ex presidente del Tar. Al momento della costituzione, la Gesip conta 1.500 dipendenti provenienti per la maggior parte dalle cooperative sociali ma che comprendono anche il personale in mobilità di alcune aziende fallite. La società è al 51% del Comune di Palermo e al 49% di Italia Lavoro s.p.a., agenzia del ministero del Lavoro che supporta gli enti locali nella gestione degli lavoratori socialmente utili.

Il progetto prevedeva che l’azienda si specializzasse nella fornitura di servizi e che poi andasse sul mercato, permettendo l’inserimento nel mondo del lavoro dei suoi dipendenti oltre che la vendita di servizi come si evidenzia dal sito (peraltro mai aggiornato) della stessa Gesip. Ovviamente l’emergenza Lsu periodicamente torna a diventare di attualità e così nel 2005, in vista delle Regionali del 2006, il Comune decide di inserire in Gesip altri 455 lavoratori di cui 350 ex lsu con il sovvenzionamento di fondi di un progetto specifico del governo nazionale affidato ad Italia Lavoro, e altri 105 ex giardinieri ed ex ausiliari di supporto ai disabili convogliati nella partecipata Gesip servizi, per un totale di quasi 2000 dipendenti.

Dopo due anni, quando finiscono i finanziamenti statali e Cammarata è stato eletto Sindaco di Palermo, iniziano i problemi perché la società, nel frattempo passata integralmente sotto il controllo del Comune, comincia a perdere. Palazzo delle Aquile versa in base al contratto di servizio 53 milioni l’anno, iva compresa, quando all’azienda per non chiudere in rosso ne servirebbero almeno 70. Dal 2007 l’azienda perde 800.000 euro al mese, più di dieci milioni l’anno, più o meno quanto costano i 455 lavoratori inseriti nel 2005. E poi come tutti i carrozzoni clientelari che si rispettino non mancano premi, bonus e indennità di varia natura che ad ogni tornata pre-elettorale si trasformano in salario permanente.

Non mancano alcuni scandali. Il più clamoroso quello denunciato da Striscia la notizia che riguarda un dipendente Gesip che in realtà fa lo skipper sulla barca di proprietà del Sindaco che costa a Cammarata un rinvio a giudizio.

Ora con l’assegno staccato dal Governo gli stipendi per i lavoratori Gesip sono assicurati. Almeno sino alle prossime elezioni amministrative anche se nel decreto di Berlusconi è rispuntato un regalino che i palermitani potrebbero non gradire. La Presidenza del Consiglio ha fatto propria l’idea di Cammarata di pagare i lavoratori Gesip con i soldi raccolti con la Tassa rifiuti, appositamente ridefinita Tariffa nel OPCM del 29 luglio pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 12 agosto, proprio il giorno del varo della Manovra straordinaria.

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