Sulle note di un malinconico Fabrizio De André la festa per il nuovo sindaco di Bologna, Virginio Merola, è stata delle più partecipate: tra applausi, baci e abbracci tutti i presenti, forse esausti per i 13 mesi e mezzo di commissariamento che finalmente si lasciano alle spalle, hanno accolto il primo cittadino delle Due Torri con punte anche di commozione.

Il caso Delbono? – precisa subito Merola, incalzato dai cronisti e dissipando ogni timore che possa essere covato dai cittadini – Ci è servita questa lezione, i bolognesi hanno compreso che ci è servita, ma dobbiamo andare avanti su questa strada di serietà e rigore”.

Dopo essersi complimentato con Merola per la vittoria e averlo invitato a “non guardare in faccia a nessuno”, Raffaele Donini, segretario del Pd di Bologna, invece, annuncia un pullman di volontari che sabato si recherà a Milano per fare volantinaggio a favore di Pisapia. “È il modo migliore – ha detto – per condividere la nostra vittoria”.

Un gesto simbolico, rivolto anche e soprattutto a Silvio Berlusconi che ha voluto in qualche modo “trasformare queste elezioni amministrative – aggiunge Stefano Bonaccini, segretario regionale del Pd – in elezioni politiche. Anche a Napoli credo che il centro sinistra si stringerà intorno a Luigi De Magistris”.

Dopo il Pdl di Berlusconi, dunque, è la volta del Carroccio: “Hanno detto che volevano occupare l’Emilia – attacca senza mezzi termini Bonaccini – invece in cinque comuni su cinque ha vinto il nostro candidato e tornano a casa con le pigne nel sacco. Berlusconi vuole andare al Colle… speriamo fra 15 giorni ci vada, ma per dare le dimissioni”.

Ed è quindi il turno di Merola che saluta la folla accorsa a Piazzetta Santo Stefano, rievocando il gergo del suo segretario, Pierluigi Bersani, affermando: “Mica abbiamo pettinato le bambole, abbiamo vinto al primo turno”.

Un messaggio chiaro ed inequivocabile allo sventato ballottaggio in cui Manes Bernardini, leghista che ha “gareggiato” anche con l’appoggio del Pdl, sperava e che già ha annunciato di voler presentare ricorso con il quale chiederà verifiche sulla regolarità del voto.

I risultati sono inequivocabili – è la pronta risposta di Merola – loro sono sotto al 30% mentre c’è una grande affermazione del centrosinistra. Mentre loro danni i numeri io comincerò subito a lavorare. Bisogna saper perdere – aggiunge, aprendo però al confronto – Io sono per dialogare con il volto buono della Lega (il riferimento è a Manes Bernardini), essendo io il volto buono del centrosinistra, ma per il bene della città. Prima si depongono le armi, più si sta al merito e meglio è per tutti”.

Ma non è solo alla Lega che Merola vuole parlare. Anche al Movimento 5 Stelle che ieri ha incassato su Bologna un successo senza precedenti. “Bugani – dice Merola – ha detto che il loro è il partito della proposta. Bene. Chiederò un confronto sul merito, vorrei che parlassero qualche volta con noi”.

Un sindaco schietto, che dichiara non voler salire “su un palco, ma rimanere tra la gente. Cominceremo dicendo alla gente che bisognerà riappropriarsi dell’orgoglio di essere bolognesi. E lavoreremo per una città pulita, discuteremo – dice strappando il primo fragoroso applauso dei presenti – della prima grande area pedonalizzata per il centro storico”.

Il pensiero è già oltre, a quanto potrà adornarsi della fascia tricolore. “I partiti politici – ha detto Merola a margine della festa cittadina – devono saper selezionare le persone che propongono. In questo senso non faccio demagogia quando dico che toglierò il pass a me stesso e ai consiglieri comunali. Chi fa politica è un cittadino come gli altri”.

Quello dei pass, dunque, sarà uno dei primissimi atti dopo l’insediamento a Palazzo D’Accursio, insieme all’eliminazione della tassa d’iscrizione alle materne comunali e alla nomina di una “commissione esterna all’amministrazione che selezioni i curriculum per le nomine nelle società partecipate”.