La casta ieri ha salvato Alfonso Pecoraro Scanio. La Camera dei deputati ha detto no alla concessione dell’utilizzo delle intercettazioni telefoniche a carico dell’ex ministro dei Verdi, sotto inchiesta per corruzione al Tribunale dei ministri. Oggi al Senato è toccato al senatore Alberto Tedesco, ex assessore regionale alla Sanità del governo di Nichi Vendola. La Giunta per la immunità, presieduta da Marco Follini, ha ascoltato il senatore che si è autosospeso dal Pd e su cui pende una richiesta di arresto della procura di Bari accusato di concussione, frode e corruzione nell’inchiesta sulla sanità pugliese. Un primo esame dell’ordinanza con cui il gip aveva chiesto la custodia cautelare per l’imprenditore sanitario  era stato svolto dai componenti della giunta la scorsa settimana. La decisione dell’aula di Palazzo Madama arriverà soltanto tra due settimane.

Tedesco appena uscito da palazzo Madama dichiara ai cronisti: “Ho presentato alla giunta gli elementi in base ai quali ritengo sussistente il fumus persecutionis. Un atteggiamento persecutorio oggettivo nei miei confronti, per i tempi e le modalità delle indagini. L’atteggiamento persecutorio – sostiene ancora Tedesco – è dimostrato dal fatto che in tre anni non sono mai stato interrogato e la perquisizione nella mia abitazione per cercare un appunto che era già in mano alla Procura di Bari. Una perquisizione – continua – che ha originato un clamore mediatico che mi ha danneggiato”.

Sulla domanda se il governatore della Puglia, Nichi Vendola, condividesse la sua gestione politica della sanità pugliese, il senatore risponde: “Sulla gestione e il governo della sanità, Vendola non poteva non conoscere il settore che gestisce il 75% del bilancio della Regione: era a conoscenza e condivideva con me le politiche della Regione nella sanità, sapeva esattamente quanto ne sapevo io” infine sulla posizione del Pd nei suoi confronti, afferma: “In questa vicenda la posizione del Partito democratico è stata irreprensibile. C’è stato solo qualche commento dissonante che appartiene alla spregiudicatezza di chi l’ha fatto”. Sulle voci poi di un ventilato passaggio nel gruppo dei Responsabili, il senatore aggiunge: “Sono sempre stato a sinistra, non ci penso proprio”. Ma in Giunta, a margine della seduta, sulla “persecuzione” denunciata da Tedesco interviene il rappresentante Idv, il senatore Luigi Li Gotti, che dichiara ai nostri microfoni: “Non mi pare a leggere le carte che sia ravvisabile da parte dei magistrati alcuna persecuzione”.


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