Il leader radicale sciita iracheno Moqtada al-Sadr in un discorso, il primo dopo l’esilio, nella città santa di Najaf ha ribadito “diciamo no all’America” e ha incitato la folla dicendo “siamo ancora combattenti”.

Sadr, che è rientrato in Iraq pochi giorni fa dopo tre anni di esilio auto imposto in Iran, ha incitato i suoi seguaci a “resistere” alla “occupazione americana” e a tutti gli altri occupanti del Paese. “Noi continuiamo a resistere contro l’occupante con la resistenza militare e con tutti i mezzi”, ha detto, precisando però “non toccheremo alcun iracheno. Noi ci opporremo solo all’occupazione”, invitando la folla a gridare lo slogan “No, no all’America”.

Sadr ha però confermato la disponibilità a sostenere il nuovo esecutivo di Nouri al-Maliki: “Se il governo serve il popolo e la sua sicurezza, noi siamo con lui”, ha affermato davanti a migliaia di fedelissimi radunati davanti alla sua abitazione. “Se non lo facesse”, ha aggiunto, ci sono modi per sistemare le cose, ma sono solo “politici”.

Considerato fino a qualche anno fa una delle figure più estremiste in Iraq, ferocemente antiamericano, accusato di aver compiuto massacri con la sua milizia sciita, l’Esercito del Mehdi, durante la guerra civile fra sciiti e sunniti che seguì l’invasione da parte della coalizione internazionale nel 2003, Sadr ora è riuscito a inserire sette ministri del suo movimento nel nuovo governo iracheno ed ha 39 deputati in Parlamento.

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