A villa Campari la posizione della Lega è arrivata all’alba, con la rassegna stampa. Silvio Berlusconi non ha dovuto attendere Umberto Bossi per conoscere le mire del Carroccio, gli è bastato leggere La Padania di stamani. Un editoriale di Leonardo Boriani, direttore del quotidiano di via Bellerio e penna armata del senatùr, ha informato il premier che le camice verdi sono felicemente pronte a presentarsi da sole alle elezioni, “senza lacciuoli di alcun genere”. Anche senza Pdl. “Il Berlusconi tentennante di questi giorni potrebbe voler chiudere le porte alle elezioni anticipate” e “la proposta del premier, molto soft, all’acqua di rose, non vuole mettere in difficoltà nessuno. Come a dire, andiamo avanti così, anche se agonizziamo”, scrive Boriani. Se così fosse, se si arrivasse a un governo tecnico la “Lega andrà all’opposizione e, diciamolo a voce alta, ci sarà da divertirsi in vista delle elezioni 2011”. Quindi “Lega all’opposizione e libera da condizionamenti”. A meno che, prosegue La Padania, “il vertice di oggi sparigli il tavolo e ridia un senso logico alla situazione politica”: elezioni subito. Anche perché la Lega oggi si vede come “un carroccio fortissimo al nord e in grande crescita in altre regioni fino al centro e dintorni”. Insomma, venuto meno il patto di ferro siglato nel 2000 grazie a Giulio Tremonti, o Berlusconi accetta le condizioni che oggi pone Bossi o la Lega  saluta il Pdl.

Scrive la Padania: “E se Bossi e la Lega andassero all’opposizione? Facendo corsa a sé, senza lacciuoli di alcun genere, un Carroccio fortissimo al nord e in grande crescita in altre regioni fino al centro e dintorni. Nessun legame particolare, se non quello che deriva dallo stesso dna della Lega, quello con il proprio territorio. Un sogno di mezza estate? Non tanto, potrebbe essere anche una ipotesi molto verosimile se le cose, così come sono messe attualmente, dovessero cristallizzarsi”. Prosegue Boriani: “Il Berlusconi tentennante di questi giorni, come sostiene Bossi, potrebbe voler chiudere le porte alle elezioni anticipate, soluzione più ovvia in una situazione come quella attuale. Con sul tavolo una proposta, quella del premier, molto soft, all’acqua di rose, che non vuol mettere in difficoltà nessuno. Come a dire, andiamo avanti così, anche se agonizziamo. Ed è quasi certo che, passato il primo scoglio, l’esecutivo resterebbe comunque sempre nel mirino, appeso agli umori e alla malafede di un gruppetto di…. galantuomini”. Quindi “o il premier riesce a stabilire una sorta di tregua, patti chiari e amicizia lunga – cosa che sembra molto difficile – o inevitabilmente prima o poi si avrà un governo alternativo, ricco di sconcezze politiche, che sarà però caratterizzato da una fortissima impronta antileghista”. Per questo “il passo successivo sarà ovvio: la Lega andrà all’opposizione e, diciamolo a voce alta, ci sarà da divertirsi in vista delle – a quel punto inevitabili – elezioni 2011”. L’intervento prosegue poi ricordando che nei governi cosiddetti di larghe intese inevitabilmente entrano “vecchie cariatidi” e rappresentano vecchi “giochi di Palazzo che” molti” amano alla follia avendoli praticati da una vita”. In “questa palude puzzolente postcomunisti e vecchia dc ci hanno sguazzato. Figuriamoci oggi: spuntano i finiani, rinascono i Buttiglione, prosperano i Casini, ritornano i Rutelli, si buttano i Bersani, in un guazzabuglio che manda in sollucchero i soliti noti che da sempre tramano per tenere il potere”. Bossi e la Lega, conclude Boriani, “non possono assistere a questo gioco al massacro, al ritorno ai vecchi giochi Dc-Pci, alle regole democratiche calpestate. Meglio, molto meglio, stare da soli, correre da soli”.

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