Era entrato nella guardia medica con la scusa di farsi curare. Poi sarebbe andato in escandescenze, danneggiando gli arredi. Quindi la violenza sessuale ai danni di una dottoressa di turno nell’ambulatorio di Trecastagni, comune del Catanese. Protagonista un 26enne italiano con piccoli precedenti residente a Santa Venarina che è stato arrestato la notte scorsa, intorno alle 2.30, dalla compagnia di Acireale. La vittima ha 51 anni, secondo quanto riporta il quotidiano La Sicilia.

A dare l’allarme è stato un uomo che abita proprio di fronte alla guardia medica. “Ho sentito gridare ‘aiuto, aiuto’ e ho immaginato che cosa stesse accadendo, per questo ho chiamato i carabinieri che sono arrivati subito”, ha spiegato Sebastiano Crimi, 53 anni. “Mi sono affacciato dal balcone e ho visto la dottoressa uscire urlando assieme a un uomo con i pantaloni ancora abbassati. Poi sono arrivati i carabinieri che hanno soccorso lei e arrestato lui”.  Il 26enne al momento si trova nel carcere di Catania Piazza Lanza. La vittima è stata trasportata all’ospedale di Acireale, dove si trova ancora adesso per gli accertamenti sanitari di rito.

Il sindaco di Trecastagni ha fatto sapere che l’aggressore era stato “seguito dai servizi sociali del comune” e in passato “era stato sottoposto a un Tso, un Trattamento sanitario obbligatorio“. Il titolare di un bar del paese, sentito dall’Ansa, ha detto che ieri sera, prima della violenza, il 26enne si era recato da loro per “bere due amari”. Ma, spiega il barista, “con noi si è sempre comportato bene, siamo molto sorpresi”.

Sull’accaduto ha aperto un’inchiesta la Procura di Catania. “Dobbiamo renderci conto che tra un po’ saranno soprattutto le donne a lavorare in sanità. E non possiamo permettere che vadano a lavorare con la paura di essere picchiate, violentate o massacrate”, ha commentato Roberta Chersevani, presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei medici. “È una vicenda drammatica, ma purtroppo non isolata: qui non si tratta di pazienti ma di delinquenti. Le guardie mediche vanno presidiate o ripensate, spostate in contesti in cui non siano isolate. Le donne medico non devono avere paura di fare il loro lavoro”, ha aggiunto Chersevani. Sul luogo della violenza, questa mattina, si è recato anche il direttore sanitario dell’Asp di Catania Franco Luca.  

 

 

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