Luis Francisco Ladaria Ferrer, il monsignore che Papa Francesco ha scelto come nuovo Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede al posto di Gerhard Ludwig Müller, coprì un prete pedofilo ridotto allo stato laicale. Ordinò che la condanna canonica non fosse resa di dominio pubblico, consentendogli di “riciclarsi” allenatore di una squadra di calcio giovanile e molestare altri bambini. Lo scrivono L’Espresso e Repubblica, rivelando come Gianni Trotta, questo il nome del prete che per il Vaticano “è ufficialmente un pedofilo”, dopo la “dimissione dallo stato clericale” sia rimasto a vivere indisturbato a Lucera, vicino a Foggia. E, stando alle denunce delle famiglie, tra 2012 e 2014 abbia molestato una decina di ragazzini “tra pulcini delle giovanili e bimbe perseguitate in chat”.

Ferrer, che ha preso il posto di Müller perché quest’ultimo era ritenuto “poco incisivo nella lotta alla pedofilia”, all’epoca del processo vaticano contro Trotta era già segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede. Lui e il suo superiore di allora, il prefetto William Levada, firmarono il decreto che sanciva la riduzione di Trotta allo stato laicale per abusi sessuali su minori. Ma non ci fu alcuna denuncia alle autorità italiane, né la decisione del Vaticano e le sue motivazioni furono rese note ai fedeli. Perché la sua “nuova condizione” non doveva “dare scandalo“, scrivevano nel decreto Levada e Ferrer. Una scelta, va detto, consentita dai Patti lateranensi che non obbligano gli ecclesiastici a denunciare condotte dei sottoposti con rilevanza penale.

Risultato: Trotta è rimasto a Lucera ed è diventato allenatore di una squadra di calcio giovanile. I genitori non sapevano nulla e l’ex sacerdote ha potuto continuare ad adescare bambini. Solo nell’aprile 2015, dopo essere stato denunciato da alcune famiglie, è stato arrestato. A luglio 2016 è arrivata la condanna a otto anni di carcere e deve ancora iniziare un altro processo per abusi su altri minori.

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