“Ricordare tutti coloro che sono stati uccisi dai terrorismi vecchi e nuovi è un dovere morale”. A dirlo è Sergio Mattarella, in un messaggio inviato dall’Argentina – dove il presidente della Repubblica è in viaggio di Stato – per il Giorno della memoria dedicato alle vittime del terrorismo, che corrisponde all’anniversario dell’uccisione di Aldo Moro, avvenuta il 9 maggio 1978. “L’azione delle istituzioni deve proseguire nella ricerca di quelle verità che ancora non abbiamo raggiunto”, ha detto il capo dello Stato. Ma in occasione del 39° anniversario del ritrovamento del cadavere del presidente della Democrazia Cristiana si registra la protesta della figlia di Moro contro le istituzioni. “Non parteciperemo più a nessuna celebrazione per questo ennesimo e terribile 9 maggio. Non ne posso più dell’indifferenza e della bruttezza della politica”. Maria Fida lo ha sostenuto in un’intervista al Corriere della Sera. “Voglio costringere lo Stato a fare la sua parte – dice la figlia dello statista assassinato dalle Brigate Rosse – perché noi, io e mio figlio Luca, continuiamo ad essere tagliati fuori dal riconoscimento della legge per le vittime del terrorismo. Che è applicata a tutti, tranne che ad Aldo Moro. Per questo ho anche chiesto che la giornata cambi data: mi offende e mi ferisce che papà sia l’emblema delle vittime ma per lui la legge non valga”. Parla di riconoscimenti economici?, le viene chiesto. “Io mi sto battendo per il principio, non per un fatto economico – risponde – io vorrei che si tornasse a ricordare l’Aldo Moro vivo e quello per cui ha vissuto”. E aggiunge che “per vedere mio padre riconosciuto come un vittima del terrorismo sarò costretta a rivolgermi alla Corte europea dei diritti umani di Strasburgo. È una cosa che mi farà vergognare ancora di più di essere italiana”.

Mattarella: “Il nostro Paese è stato insanguinato da troppi episodi di terrorismo” – Nel suo messaggio il capo dello Stato ha aggiunto che “l’Italia ha pagato un prezzo molto alto all’intolleranza, all’estremismo, alla violenza criminale e a quella di matrice politica. Hanno pagato servitori dello Stato, personalità impegnate a migliorare il Paese, intellettuali di grande sensibilità sociale, giovani e meno giovani che si sono trovati ad affrontare a viso aperto la ferocia dei terroristi”. “Il 9 maggio – prosegue – è il giorno in cui ricorre l’anniversario dell’assassinio di Aldo Moro per mano brigatista, e di Peppino Impastato, ucciso invece dalla mafia. L’Italia, oggi, vuole accomunare queste testimonianze – e questi martirii – nella convinzione che possano accrescere l’impegno e la responsabilità per rafforzare la casa comune. L’azione delle istituzioni deve proseguire anche nella ricerca di quelle verità che ancora non abbiamo raggiunto in vicende tragiche e importanti per la nostra storia nazionale”.

Grasso depone una corona di fiori in via Caetani – Il presidente del Senato, in rappresentanza del presidente della Repubblica, ha deposto una corona di fiori in via Caetani nell’anniversario dell’uccisione dell’alto dirigente democristiano. Un cuscino di fiori, si legge in una nota, è stato deposto dal consigliere per gli Affari giuridici e le relazioni costituzionali, Giancarlo Montedoro, sulla tomba dello statista a Torrita Tiberina.

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